Il Carnevale in Sardegna è un’espressione culturale antica, ricca di tradizioni e maschere affascinanti. Tuttavia,
non tutte le usanze che si tramandano nel tempo sono compatibili con i valori di empatia e rispetto che una
società evoluta deve promuovere. Alcune manifestazioni continuano a includere pratiche crudeli e irrispettose
nei confronti degli animali, trasformando i loro corpi in macabri oggetti di scena o costringendoli a competizioni
che mettono a rischio la loro vita. Diversi di questi eventi, tra l’altro, stati concepiti e costruiti a tavolino in anni
recenti.
Queste rappresentazioni, oltre a essere anacronistiche, trasmettono un messaggio profondamente
diseducativo: gli animali vengono ridotti a strumenti di spettacolo, privati della loro dignità e del loro diritto a
essere rispettati come esseri senzienti. Studi scientifici in diversi ambiti disciplinari sin dagli anni 60, hanno
evidenziato che i bambini che vivono in ambienti dove questo tipo di violenza è “normalizzata” possono
sviluppare una crescente insensibilità alla sofferenza altrui, aumentando il rischio di comportamenti violenti
verso le persone. Questo legame è noto come la “teoria del collegamento” (The Link Theory). Le recenti
immagini tratte dal Carnevale di alcuni paesi in Sardegna così come il circo ne sono un esempio, esemplificano
una situazione in cui i bambini assistono ad abusi sugli animali trasformati in qualcosa che è “normale” oltre che
legale.
È una visione del mondo che non rappresenta il sentire di una parte sempre più ampia della società, né
tantomeno quello di molti sardi, che rifiutano questi rituali senza per questo sentirsi meno legati alla loro terra.
Sfatiamo un luogo comune: amare la propria cultura non significa accettarne acriticamente ogni aspetto, ma
avere il coraggio di rinnovarla alla luce di una crescente consapevolezza etica.
Le tradizioni non sono immutabili, ma evolvono con il tempo. Oggi, nel 2025, non si può più ignorare che tutti gli
animali sono capaci di provare sofferenza. La crescente sensibilità nei confronti dei loro diritti e l’aumento del
numero di persone che abbracciano una visione non antropocentrica e antispecista ne sono la dimostrazione.
Continuare a proporre spettacoli che ridicolizzano i corpi degli animali o ne fanno un pretesto di intrattenimento
è una scelta che va in direzione opposta a questo progresso.
Siamo certi che evitare pratiche crudeli non tolga nulla alla bellezza e alla gioia delle celebrazioni tradizionali,
ma anzi le arricchisca di significato e di valori. Per questo, lanciamo un appello alle istituzioni regionali e locali
affinché si attivino per un cambiamento coraggioso, promuovendo iniziative che pongano al centro il rispetto per
tutti gli esseri viventi.
LAV è pronta a offrire supporto e confronto per costruire insieme un futuro in cui cultura e compassione possano
convivere armoniosamente.
Lav Sardegna