Siamo in corsa per le elezioni sarde e nelle promesse politiche, spesso gli artisti/e locali sembrano essere lasciati nell’ombra. Le parole del sindaco di Cagliari e candidato presidente Paolo Truzzu, sulle prospettive di festival e concerti in Sardegna, sollevano dubbi riguardo alla reale inclusione e valorizzazione della cultura locale di cui nella stessa dichiarazione nulla menziona.
Durante una sua intervista ad un Blog locale il 6 Febbraio scorso ha annunciato progetti ambiziosi per un evento “unico nel suo genere” che porterà “Gente” e farà contenti i turisti che poi, alla meglio, si ritrovano a vagare tra strade dissestate, senza mezzi pubblici funzionanti. Chi vorrà mai portare in Sardegna Truzzu? I Metallica, Eminem ? Oppure Elettra Miura Lamborghini o i Bnkr 44 ? Siamo davvero impazienti. Di sicuro già mesi prima dell’estate 2024 le grandi produzioni stanno piazzando i blasonati artisti Sanremesi nell’eldorado sardo.
Ecco quindi che ritorniamo sul tema dei grandi, anzi grandissimi eventi che vengono presentati come l’unica alternativa possibile in questa isola che come sappiamo, soffre di una desertificazione culturale senza precedenti.
E’ indubbio che un grande evento sia in qualche modo direttamente connesso al sistema Turistico ma ricordiamo che questo millantato sistema turistico sardo in parte non esiste affatto e se esiste, non gode di ottima salute.
L’isola non deve restare chiusa in se stessa e deve saper accogliere anche grandi artisti ( di qualità soprattutto ) ma è pur vero che i soldi pubblici devono anche essere utilizzati per far crescere la scena artistica residente. Devono sostenere progetti artistici interessanti, devono coinvolgere donne e uomini, ragazzi e ragazze sardi che hanno deciso di intraprendere la strada della bellezza, dell’essere artisti/e.
Arrivano quindi puntuali le promesse di grandi eventi mirabolanti e manifestazioni che non tengono conto delle esigenze degli Artisti/e sardi del loro contributo alla cultura dell’isola.
Gli artisti/e locali non staranno più in silenzio di fronte a questa situazione. Da anni, molti di loro, lottano per ottenere riconoscimento e spazio per esprimere la propria arte, quella prodotta in terra sarda. Troppo spesso, però, si trovano ad affrontare la mancanza di opportunità e di sostegno da parte delle istituzioni locali.
Gli eventi promossi senza una reale considerazione per gli artisti locali rischiano di alimentare la desertificazione culturale che stiamo già vivendo. Le grandi manifestazioni, che portano spesso artisti da oltre mare, possono essere affascinanti, ma se non vengono accompagnate da un sostegno concreto alla scena artistica sarda, rischiano di svuotare di significato la cultura locale che ha bisogno di scambio e di pari opportunità.
Bisogna spiegare al candidato Truzzu e anche a molti altri che corrono alle elezioni sarde 2024, che bisogna studiare nuovi modi di organizzare gli eventi e di distribuire fondi pubblici a persone competenti preservando una quota degli stessi fondi agli artisti meritevoli e talentuosi che vivono in Sardegna, che producono nell’isola e che hanno deciso di restare. Protezionismo? Perchè no? Proteggere e far vivere la cultura e l’arte residente è un buon rimedio al silenzio e allo sviluppo di un percorso virtuoso.
Sarà forse giunto il momento di dare voce agli artisti sardi e di valorizzare la loro preziosa contribuzione alla cultura dell’isola? Le promesse vuote e gli annunci di eventi grandiosi non bastano più neanche per l’elettorato. È necessario un impegno concreto per sostenere e promuovere la creatività made in sardinia, altrimenti rischiamo di perdere un pezzo fondamentale della nostra identità e di far diventare l’isola il parco giochi delle grandi produzioni mainstream.
Alisàndru