Caso Palumbo, otto mesi di patteggiamento convertiti in pena pecuniaria

Si è concluso con un patteggiamento a otto mesi, convertiti in una pena pecuniaria di circa 7mila euro, il processo a Nuoro nei confronti di Marco Palumbo, il padre di Paolo, lo chef di 24 anni di Oristano malato di Sla per le cui cure era stata promossa una raccolta fondi ritenuta ingannevole all’accusa.

Difeso dagli avvocati Gianfranco Siuni e Mario Gusi, Marco Palumbo era stato rinviato a giudizio per sostituzione di persona e truffa continuata, quest’ultima accusa poi caduta perchè le persone offese non sono mai comparse in aula, e questo è equivalso al ritiro della querela.

Quanto alla sostituzione di persona, nella primavera del 2019 Marco Palumbo, fingendo di essere il neurologo e ricercatore Dimitrios Karoussis, avrebbe scritto al medico Vincenzo Mascia, che aveva in cura il figlio, riferendogli che Paolo era stato ammesso in Israele alla terapia sperimentale Brainistorm, il cuo costo si aggirava tra gli 800mila e il milione di euro.

Il genitore aveva così deciso di aprire una sottoscrizione per raccoglie i fondi necessari, inducendo diverse persone a fare cospicue donazioni: 150mila euro i soldi arrivati con il crowdfunding sulla piattaforma GoFundMe.

Fondi che la famiglia, una volta emersi i primi dubbi sull’utilizzo, aveva dichiarato che avrebbe restitutito.

L’inchiesta era stata aperta a Oristano dopo la denuncia del medico Mascia e approdata a Nuoro perchè il conto corrente usato per il denaro ricevuto era stato aperto nel capoluogo barbaricino.

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