La Cassazione ha dato l’ok al referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata.
Per l’Ufficio centrale della Suprema Corte, come anticipato da Repubblica on line, dunque è legittima la richiesta di abrogazione. L’ordinanza della Cassazione arriva dopo il pronunciamento della Consulta che aveva, tra l’altro, considerato “illegittime” specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. La parola definitiva torna ora alla Corte Costituzionale.
La decisione della Suprema corte è illustrata in una ordinanza di circa trenta pagine. Gli ermellini non hanno dato invece il via libera al quesito presentato dai consigli regionali che puntavano all’abrogazione parziale. Nella sentenza del 3 dicembre scorso la Consulta, chiamata ad esprimersi sulle questioni di costituzionalità e accogliendo parzialmente i ricorsi di quattro Regioni, ha affermato che “il regionalismo corrisponde a un’esigenza insopprimibile della nostra società, come si è gradualmente strutturata anche grazie alla Costituzione” e “spetta, però, solo al Parlamento il compito di comporre la complessità del pluralismo istituzionale”. E ancora: “la vigente disciplina costituzionale riserva al Parlamento la competenza legislativa esclusiva in alcune materie affinché siano curate le esigenze unitarie (art. 117, secondo comma, Cost.)”.
“La Cassazione ha dichiarato legittima la richiesta di referendum per l’abrogazione totale della legge Calderoli – così in una nota il deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli -. È una decisione importante contro una legge che aumenta le disuguaglianze tra i territori e indebolisce l’unità nazionale. Settori come sanità, scuola e infrastrutture non possono essere frammentati. La Corte Costituzionale, con la sua sentenza, aveva già demolito sostanzialmente la legge Calderoli sull’autonomia differenziata, andando oltre le aspettative”.
“La sua pronuncia ha chiarito che materie fondamentali come ambiente, energia, trasporti e commercio estero non possono essere trasferite alle regioni, riconoscendole come competenze centrali dello Stato. Ora la Cassazione ribadisce che il quesito sull’abrogazione totale deve andare avanti, nonostante i tentativi del governo di fermarlo. Questa è la disfatta dell’autonomia differenziata leghista e del mercimonio politico tra Meloni e Salvini. L’autonomia differenziata non può essere uno scambio politico per altre riforme come il premierato. Questa legge non serve al Paese, ma solo a portare avanti interessi di parte, a discapito dell’unità e dell’uguaglianza tra i cittadini. Il referendum è una grande occasione per fermare questa deriva e permettere ai cittadini di esprimersi su una riforma sbagliata. L’Italia non si divide”, conclude.