Cgil e Uil in piazza a Cagliari contro la manovra del governo

Sciopero generale anche in Sardegna venerdì 29 contro la manovra di bilancio del governo Meloni.

A Cagliari l’appuntamento è alle 9 in piazza Garibaldi: da lì partirà il corteo verso via Garibaldi, via Manno, Largo Carlo Felice e via Crispi fino al palco allestito in piazza del Carmine.

Parleranno lavoratori e delegati, concluderà la mattinata il segretario nazionale della Uil Pensionati, Carmelo Barbagallo.

“La finanziaria – ha spiegato in conferenza stampa il segretario generale della Cgil sarda, Fausto Durante – non offre risorse ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani, alle donne e non interviene sul taglio delle tasse, che premia grandi ricchezze, rendita finanziaria ed evasori fiscali.

Non interviene per migliorare la condizione dei salari e delle pensioni che sono arretrate rispetto al 1991 del 2,8% in Italia”.

Un messaggio alla precettazione del vicepremier Matteo Salvini: “Lo fece anche lo scorso anno e dopo 15 giorni il Tar diede ragione a Cgil e Uil. Salvini deve capire l’importanza del diritto di sciopero”.

In piazza anche “il lavoro precario, i tagli alla sanità , all’istruzione, ai trasporti, ai diritti fondamentali”. Durante sicuro. “Una legge che produrrà danni all’economia e alla società del Paese”.

Per la segretaria generale della Uil sarda, Francesca Ticca, la manovra “non risponde al mondo delle fasce più deboli che però con le tasse mantengono tutto il sistema strutturale italiano”. Ticca all’attacco: “Tre euro per le pensioni senza rivalutazione sono uno schiaffo per qualsiasi persona che noi rappresentiamo. È fondamentale riaprire il tavolo, e ridiscutere alcuni punti importanti di quella finanziaria. Salvini? La precettazione rischia di fare la stessa fine di quella dell’anno scorso”.

In conferenza stampa i numeri di una Sardegna che non sta bene: tasso di occupazione di oltre 5 punti inferiore alla media nazionale, i salari sono più bassi rispetto al resto d’Italia (477,6 euro la retribuzione media settimanale contro 562,6). Sul fronte sanitario non va meglio: da 7 anni – anche questa è una delle motivazioni della protesta – Sardegna al primo posto in Italia per percentuale di famiglie che rinunciano alle cure: 13,7% nel 2023, +1.4 rispetto all’anno precedente (media nazionale 7,6%). E poi oltre il 20% dei pensionati in Sardegna percepisce un assegno sotto i 500 euro, il 33% tra i 500 e 750 euro.

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