Sospendere l’orario di lavoro in edilizia e non solo, nelle ore più calde, quando le condizioni climatiche mettono a repentaglio la salute e sicurezza dei lavoratori, trentamila in tutta l’Isola.
E’ quanto chiede alla Regione la Fillea Cgil che, anche quest’anno, ha avviato la campagna “Caldo estremo doppio rischio”, con l’obiettivo di sensibilizzare lavoratori e datori di lavoro dell’edilizia e dei materiali da costruzioni avviando volantinaggi e incontri a tappeto nei cantieri.
Una sensibilizzazione che, secondo il sindacato, “necessita di azioni concrete e responsabili, soprattutto da parte delle imprese, ma che non può certo non ricadere su decisioni che possono essere più ampie”.
Gli esempi non mancano, a partire proprio dall’ordinanza della Regione Calabria, che impone lo stop al lavoro edile e agricolo dalle 12.30 alle 16.30, nei giorni in cui la mappa del rischio segnali un livello alto, fino al 31 agosto.
“E’ importante agire in fretta perché gli effetti dell’esposizione al sole o comunque a condizioni climatiche estreme è motivo di gravi rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori” ha detto la segretaria regionale Fillea Cgil Erika Collu che fa riferimento anche alla piattaforma per il rinnovo del contratto della quale proprio in questi giorni si sta discutendo nelle assemblee con i lavoratori: “Il cambiamento climatico impone anche una riorganizzazione degli orari di lavoro, un tema di strettissima attualità e non secondario nella trattativa con le associazioni datoriali”.
Nel frattempo, il sindacato auspica che sia approvato al più presto in Senato un emendamento al testo per la conversione in legge del decreto per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura (decreto 63 del 15 maggio scorso) che conferma quanto già deliberato per il 2023, ovvero la possibilità di utilizzare ore di cassa integrazione al di fuori delle 52 settimane.