“Novità di questa 20^ edizione è la partecipazione di Israele. Per la prima volta gareggerà al Girotonno!”, così esordisce il post della pagina del Girotonno su Facebook .
Tra le numerose attrattive che si potevano usare per invogliare a visitare il Girotonno si usa Israele, e come qualcuno fa notare tra i commenti ‘Beh. Mi pare l’ anno giusto per invitare Israele. Che tempismo! Davvero senza vergogna’.
Insomma, Israele vittima durante la seconda guerra mondiale diventa vittima anche mentre porta avanti un genocidio, Israele che a casa nostra diventa l’attrattiva per pubblicizzare un evento turistico sardo. Magari è pure una brava chef, ma perché invitarla proprio quest’anno? Prima non era una brava chef? Perché non invitare anche un bravo chef palestinese? Sempre se non sono stati già uccisi tutti sotto i bombardamenti dei sionisti.
Quindi prendiamo atto che anche il comune di Carloforte segue le direttive che prevedono di innalzare a vittima i sionisti, mettendoli al centro dell’attenzione del suo evento più importante.
Pare comunque che la notizia non sia piaciuta molto, infatti a parte i profili finti, la maggior parte delle persone critica pesantemente questa scelta al grido di Palestina Libera. Ecco alcuni dei commenti estrapolati appunto dal post dell’evento finanziato dal Comune di Carloforte.
“Vergogna! Usare il mondo della cucina per pubblicizzare Israele e normalizzare quello che stanno facendo al popolo palestinese. Palestina libera! Cessate il fuoco!”
“Tutto questo proclama per cosa? … Per evidenziare cosa? La pubblicità degli altri stati che partecipano dove è? Anche questi eventi subordinati alle ideologie di chi? Ma silenzio almeno!”
“Ma basta genocidio, Palestina libera!”. “Palestina libera. Boicottiamo il Girotonno”
“Bisognerebbe vietare la partecipazione come per i russi in tutte le competizioni. Palestina libera”.
Questi alcuni dei commenti pubblicati in risposta al post di Facebook.