Giunto alla sua 106esima edizione, il Giro d’Italia 2023 vedrà la partecipazione della squadra israeliana “Israel Premier Tech” (IPT), sponsorizzata dal miliardario israeliano Sylvan Adams.
La sponsorizzazione di IPT rientra in quello che viene definito “sportwashing”, ovvero la pratica, da parte di un’organizzazione o di un Paese, di utilizzare eventi o associazioni sportive per “ripulire” la propria immagine pubblica, e in particolar modo, per coprire o minimizzare le violazioni dei diritti umani e le politiche oppressive da essi operate.
L’Israel Premier Tech è simbolo di quanto appena detto, il coinvolgimento del settore tecnologico israeliano nella produzioni di armi e sistemi “high-tech” impiegati contro la popolazione palestinese, è motivo di forti polemiche e di un boicottaggio da parte di decine di associazioni in tutta Italia.
“Per questo, come Centro Culturale Handala Ali di Napoli, denunciamo la partecipazione dell’Israel Premier Tech al Giro d’Italia 2023, consapevole dell’importanza del boicottaggio quale arma necessaria e pratica di resistenza contro Israele., l’11 maggio invitiamo tutti e tutte a sventolare alta la bandiera palestinese contro le maglie sioniste in qualunque punto del percorso, lungo le strade, dai balconi di casa”, afferma l’organizzazione di Napoli.
“È fondamentale parlare di disarmo e smilitarizzazione, tematiche centrali dell’attivismo politico del movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni), da tempo impegnato nella lotta antisionista, anche le università italiane, fra le quali il Politecnico di Milano e di Torino, collaborano con istituti israeliani di tecnologia; un esempio è “Technion”, perno del sistema di sviluppo militare israeliano” denunciail Centro Culturale Handala Ali di Napoli.
“Le pratiche di boicottaggio non costituiscono in alcun modo un attacco alle libertà individuali, bensì si scagliano contro persone e/o istituzioni che, attraverso il loro operato, legittimano e incentivano le politiche repressive di occupazione e pulizia etnica perpetrate dallo stato sionista, quello che chiediamo è l’interruzione di ogni forma di collaborazionismo fra la comunità internazionale e gli apparati militari israeliani”, conclude la nota.