Cinque giovani palestinesi uccisi dagli occupanti sionisti in Cisgiordania: ferito anche un cameramen

Cinque palestinesi morti ed oltre sessanta feriti, 18 dei quali versano in condizioni gravi: questo il bilancio aggiornato, secondo la agenzia di stampa palestinese Wafa, dell’attacco furioso e folle dell’esercito sionista che ha attaccato giovani palestinesi a Jenin, in Cisgiordania.

Fra i feriti vi è anche un cameraman palestinese, colpito al ventre da un proiettile mentre riprendeva gli incidenti dal tetto di una casa.

Non si sa ancora l’identità della quinta vittima, mentre è stato identificato il quarto ucciso: è Qais Majdi Adel Jabareen (21 anni) che si aggiunge a  Khaled Azzam Darwish (21 anni), Ahmed Yusef Saqr (15) e Qassam Faisal Abu Sariya (29). Il numero dei feriti è ora di 60, 18 dei quali definiti gravi.

La Wafa ha detto che l’esercito è entrato a Jenin per arrestare alcuni sospetti, tra cui il figlio di un alto esponente di Hamas in Cisgiordania Jamal Abu al-Hija, che si trova in carcere in Israele.

In precedenza, le autorità sanitarie palestinesi avevano diffuso un primo bilancio di 18 feriti da proiettili negli scontri, dei quali tre si trovavano in condizioni critiche, per poi informare che uno dei feriti, saliti intanto a 22, era morto.

Un appello alla comunità internazionale, ed in particolare all’Amministrazione Biden, affinchè intervenga “per mettere fine alla follia israeliana” è stato lanciato da Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, in seguito all’attacco di oggi. “I continui massacri perpetrati dagli occupanti – ha detto Abu Rudeina, secondo la agenzia di stampa Wafa – sono tentativi di Israele di far esplodere la regione e di trascinare tutti in
un vortice di violenze”.

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