Una sanità pubblica a misura di cittadino.
È il messaggio che il Coordinamento dei comitati sardi per la salute pubblica lancia in un documento da sottoporre anche all’attenzione dei candidati alle prossime regionali.
“Pur non schierandosi con nessuna formazione politica – è stato spiegato in una conferenza stampa – il Coordinamento mette a disposizione questo strumento di dialogo e confronto, auspicando che una politica coraggiosa e con una visione della sanità che sia pubblica per davvero, possa incarnare le nostre istanze e i nostri indirizzi”.
Nel documento-piattaforma si rimarca che “le liste di attesa per le visite specialistiche e per gli accertamenti diagnostici comportano il ricorso a visite a pagamento o la rinuncia alle cure e che oltre il 20% dei sardi rinuncia a prestazioni sanitarie e cure mediche”.
Il coordinamento sottolinea anche “la collocazione della Sardegna agli ultimi posti per i livelli essenziali di assistenza”. E poi denuncia la “grave riduzione delle piante organiche nella sanità pubblica, la carenza di personale infermieristico e operatori socio sanitari, di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale, medici specialisti, infermieri e operatori delle professioni sanitarie”. In Sardegna mancano circa 500 medici di medicina generale su un totale di 1.200 previsti. La lista delle criticità è però molto più lunga. Ma è anche un documento di proposte: dall’invito alla riorganizzazione delle cure primarie e territoriali all’abolizione del numero chiuso per l’accesso ai Corsi di Laurea in Medicina e Professioni Sanitarie. “Abbiamo già partecipato, in quanto invitati, a manifestazioni politiche in queste settimane e abbiamo come unico obbiettivo vedere il maggior numero possibile delle nostre richieste dentro i programmi di governo per la Sardegna”.
Una lotta accanto ai comuni: “Diversi consigli hanno già approvato un documento a sostegno della sanità pubblica in Sardegna, che rimette al centro la figura dei Sindaci come garanti e promotori della salute pubblica, ma non riusciamo ad avere da parte dell’Anci una posizione chiara che possa facilitare questo processo di adesione”.