“La gravissima situazione che da 18 mesi affrontano i bambini e i loro accompagnatori nel reparto di Oncoematologia pediatrica nel Microcitemico di Cagliari è oltre il limite del tollerabile, diventando icona rappresentativa di una sanità allo sfascio.
Urge un intervento da parte delle istituzioni competenti: non vogliamo credere a tanta cecità anche di fronte a bambine e bambini gravemente malati”.
È l’attacco del Coordinamento dei comitati sardi per la sanità pubblica alla politica sarda per quanto sta avvenendo in questi giorni.
“Nonostante le continue e precise denunce – spiega il Coordinamento attraverso il suo portavoce Giancarlo Nonis – finora nulla è cambiato. Quando il Servizio di Oncoematologia è stato scorporato dall’Arnas Brotzu e ceduto alla Asl 8, i pazienti subiscono gli effetti insostenibili di una penosa disorganizzazione”.
Preoccupazione per i piccoli pazienti: “I continui e dolorosi sacrifici dei bambini e dei loro familiari che sono costretti a percorrere sino a 300 km per ricevere le cure, sono ulteriormente aggravati da una gestione lontana dalle esigenze reali, nell’unica struttura sarda capace di fornire cure specifiche ai minori affetti da patologie oncoematologie.”. E si ritorna a Cagliari. “La disorganizzazione – attacca il coordinamento – nell’ospedale Cao regna sovrana, tanto che si hanno enormi difficoltà a programmare gli interventi per le carenze nel settore dell’anestesia pediatrica necessaria per il trattamento dei pazienti di Oncoematologia Pediatrica, prolungando il calvario a cui sono esposti i nostri piccoli, incrementando la durata complessiva delle cure e quindi e il rischio di infezione a causa della debilitazione prolungata del sistema immunitario”.
Un invito: “Attendiamo azioni e parole chiare ed efficaci a tutela delle bambine e dei bambini sardi, e se la politica e la classe dirigente non sono in grado di farlo, che lascino spazio a chi è capace e motivato in direzione di una sanità accessibile ed efficace”.