Non sono serviti i divieti dell’ordinanza balneare emessa dalla Regione, né i cartelli che segnalano la presenza, in alcuni casi, di spiagge protette: l’estate cafona in Sardegna continua e l’ambiente dell’isola è perennemente in pericolo.
Dopo l’ultimo episodio scoperto e segnalato nell’isola di Soffi, tra Mortorio e la Costa Smeralda, in piena zona di riserva integrale del Parco Nazionale della Maddalena e del parco internazionale delle Bocche di Bonifacio, dove lo scorso 15 luglio approdò un grosso tender proveniente da uno yacht di 30 metri e scaricò tavoli, ombrelloni, cibo e l’occorrente per una festa, domenica scorsa è toccato alla spiaggia di Talmone a Palau.
Qui è stata organizzata un vera e propria festa privata, con un via vai di gommoni a motore che, noncuranti degli altri bagnanti presenti sulla spiaggia libera, “dalle prime luci del giorno hanno scaricato cucine, sedie, tavoli e griglie, con gazebo, casse acustiche, il tutto sempre con i motori accesi”. È stato anche allestito un campo da beach volley per gli invitati selezionati; “un retreat privato per i ricchi vacanzieri dello yacht Rockit”. A filmare la scena e allertare la Guardia Costiera è stato il Comitato “Amici di Talmone” che da tempo denuncia la mancanza di strutture per delimitare lo spazio di balneazione. “Sono stati accesi fuochi in spiaggia, che solo l’intervento della Guardia Costiera ha fermato”, denuncia ancora il Comitato. E proprio dalla Capitaneria fanno sapere che si è al lavoro per l’identificazione dei responsabili.
“La mancanza di cavo tarozzato per delimitare la zona di balneazione – sottolineano dal Comitato – rende ancora più difficile la situazione di chi nuota entro 200 metri dalla riva.
A marzo 2024 una nostra richiesta per la posa di cavo tarozzato a Talmone è stata rigettata dagli uffici competenti. La ripresenteremo monitorando e segnalando nel frattempo eventuali illeciti”.
Il Comitato parla di “gravi danni all’ambiente marino” e di “pericolo per i bagnanti che si trovano a nuotare vicino ai motori dei gommoni”. Il fenomeno dei “cafoni da spiaggia” potrebbe essere fermato aumentando i controlli. Ed è ciò che continuano a chiedere i componenti degli “Amici di Talmone”.