Si conferma l’allarme dazi in Sardegna: quasi la metà dei prodotti agroalimentari dell’Isola, il 48%, finisce negli Stati Uniti.
È la regione italiana che percentualmente dipende di più, complice il Pecorino romano, dagli acquisti Usa.
Il dato emerge dal report della Cia sulle possibili ripercussioni della svolta Trump sull’economia nazionale e locale.
Tradotto in cifre, l’export complessivo della Sardegna nel 2024 è stato di oltre 288 milioni euro, quello relativo agli States di oltre 138 milioni. Bassa l’incidenza, il 2%, sulle esportazioni nazionali destinazione Usa. Ma all’interno di questa percentuale, la dipendenza sarda è fortissima.
Preoccupante la situazione nelle province di Nuoro e Sassari: il 66 e 65% delle produzioni agroalimentari parte per gli Stati Uniti: a Sassari per un controvalore di oltre 84 milioni, a Nuoro meno della metà, 34 milioni.
Quasi due record nazionali: davanti alle due province sarde c’è solo Grosseto con il 71%. Per entrambe la voce determinante è sempre quella: Pecorino romano. Idem per l’altra provincia dell’Isola più esposta, quella del sud Sardegna: si arriva al 44% di dipendenza, sempre per il Pecorino romano.
Più contenuto il peso – e quindi il possibile contraccolpo – dell’export nelle altre province sarde: 8% a Cagliari per oltre 3 milioni e 15% a Oristano per più di 6 milioni di euro, questo l’approfondimento dell’Ansa.