La tanto attesa integrazione dei fondi da destinare alle aziende agricole, escluse quelle zootecniche già sostenute con altro intervento, riguardante i ristori sui danni causati dalla guerra in Ucraina non è stata inserita nel collegato alla legge di stabilità 2023, che sarà discussa domani nell’aula del Consiglio regionale. La fumata nera arriva dopo mesi e mesi di attesa e confronti, istituzionali e informali, iniziati dalla primavera del 2022 in seguito all’approvazione della misura, presente nella legge Omnibus e finanziata con 20 milioni di euro a dicembre dello scorso anno.
Il lungo travaglio di questo collegato alla finanziaria, la cui approvazione era stata promessa già da febbraio, non soddisfa però le attese di migliaia di aziende che si aspettavano pari dignità di trattamento rispetto a tutte le altre realtà produttive dell’Isola.
Il presidente regionale di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, è andato subito al punto: “Il valore degli impegni che la politica assume nei confronti di cittadini e imprese si pesa all’atto dei fatti e oggi non possiamo che esprimere un giudizio fortemente negativo nei confronti di chi aveva assicurato piena disponibilità a superare in tempi rapidi questo modo di fare figli e figliastri tra i lavoratori. La beffa più grande è che le risorse necessarie, almeno altri 10 milioni di euro, si possono trovare e volendo siamo pronti a metterci da subito a disposizione per contribuire all’individuazione di tali economie.
Ecco che nelle ultime ore che ci separano dai lavori del Consiglio regionale – ha osservato Mele – facciamo un appello alla Giunta e a tutti i consiglieri affinché si presenti domani un emendamento che dia vera efficacia finanziaria alla copertura dei danni subiti dal comparto agricolo, con la crisi internazionale nata dalla guerra in Ucraina. I ristori disponibili non sono sufficienti perché inizialmente erano destinati ai soli settori agrumicolo/frutticolo, carcioficolo/orticolo, cerealicolo e apistico. Su nostra proposta e per non lasciare indietro nessuno la Regione ha poi accolto il suggerimento di allargare l’intervento a tutti i comparti dell’agricoltura sarda come il viticolo, l’olivicolo, il florovivaistico e altri, senza tuttavia incrementare la dotazione finanziaria. Se la richiesta di integrazione fondi, su cui ci era stato assicurato mesi fa si sarebbe intervenuti rapidamente, non fosse accolta – ha proseguito il presidente di Confagricoltura Sardegna – non parteciperemo più ai tavoli di discussione per la spendita dei ristori. Siamo sempre stati disponibili a dare il nostro contributo e siamo pronti a fare ancora la nostra parte, ma non ci renderemo complici di una intollerabile presa in giro verso migliaia di agricoltori che meritano attenzione e soprattutto rispetto.
Da lavoratori che faticano tutti i giorni sui campi diamo valore alla parola data, a quanto pare, invece, in certi palazzi cagliaritani non sanno neanche cosa voglia dire onorare gli impegni tra persone perbene: che vergogna”, ha concluso Paolo Mele.