Conferenza regionale del lavoro 2023 “Lavoro e sviluppo per la Sardegna”

“Per rilanciare l’occupazione servono le competenze, che sono la prima direttrice della nostra strategia di sviluppo, che passano attraverso un’istruzione più adeguata, e una formazione mirata alle richieste del mercato. La sfida è allineare lavoro e competenze diversificando l’offerta formativa, adeguando la profilazione e l’orientamento da parte dei Centri per l’impiego, che devono essere sempre più decentrati nei territori come punti di servizio ai cittadini. La seconda direttrice è il sostegno alle imprese, ai mestieri e alle professioni. Con l’intervento Sardegna Lavoro abbiamo già sostenuto e sosterremo il costo del lavoro delle imprese della filiera turistica, per oltre 40 milioni ad annualità, e a breve, con i fondi Europei, estenderemo la misura anche agli altri settori economici. Completano le misure i tirocini e l’apprendistato. La terza è costituita dalle politiche attive del lavoro, sempre più inclusive, e attente alle categorie più fragili, come la l’attivazione dei cantieri di lavoro per i disoccupati, in tutti i settori produttivi. Una misura, non solo a sostegno dell’occupazione (dai profili alti a quelli di base), ma anche degli Enti locali per soddisfare il fabbisogno di personale. Con i progetti LAVO.RAS abbiamo già bandito avvisi per decine di milioni di euro, e continueremo a farlo nell’immediato futuro, con un investimento cospicuo di fondi regionali”. Così l’assessore regionale del lavoro, Ada Lai, è intervenuta alla Conferenza regionale per le politiche del lavoro 2023 “Lavoro e sviluppo per la Sardegna”, l’evento annuale, organizzato dall’Assessorato del Lavoro, in collaborazione con l’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro (ASPAL), che si è tenuta oggi, a Cagliari, presso IL T-Hotel di Cagliari. Sono intervenuti all’incontro, tra gli altri, il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, il presidente di Anpal Servizi, Massimo Temussi, la direttrice dell’Aspal, Maika Aversano, il professor Alessandro Spano, ordinario di economia dell’Università degli studi di Cagliari, le rappresentanze sindacali e datoriali, le associazioni di categoria, i rappresentanti del mondo dell’istruzione e della formazione professionale.

L’evento (previsto dalla L. R. n. 9 del 2016) è un’occasione di scambio e confronto tra i rappresentanti istituzionali ed economico-sociali per la formulazione di orientamenti e proposte utili alla definizione della strategia regionale in materia di lavoro. L’obiettivo, fare il punto della situazione attuale e analizzare gli scenari e le prospettive del mercato del lavoro in Sardegna. Focus dell’edizione 2023: le competenze e la formazione professionale nel lavoro che cambia.

Dagli ultimi dati sull’andamento, in termini assoluti e in termini percentuali rispetto all’anno base fissato nel 2018, degli occupati, degli inattivi e dei disoccupati in Sardegna nel periodo 2018-2022, emerge una sostanziale stabilità degli occupati, una lieve riduzione degli inattivi (-21 mila, -5%) e un calo piuttosto marcato dei disoccupati (-30 mila, -30%). In Sardegna, nell’anno 2022, il tasso di occupazione presentava valori inferiori a quelli medi italiani, ma superiori a quelli medi del Mezzogiorno. Nel periodo 2018-2022, lo stesso è cresciuto in Sardegna di quasi 2,5 punti percentuali, un valore più elevato di quello medio nazionale e anche leggermente più elevato di quello medio del Mezzogiorno. Da un punto di vista settoriale, per quanto riguarda gli occupati, nel periodo 2019-2022, la crescita più accentuata si è registrata nel settore delle costruzioni (in Sardegna il valore più elevato: +17,6%) e in quello dell’industria (in Sardegna +2,2%). Al contrario, gli altri settori presentano valori di segno negativo, probabilmente frutto degli effetti della pandemia non ancora completamente riassorbiti. I dati sui tassi di disoccupazionegiovanile sono, invece, particolarmente incoraggianti: in Sardegna, dal 2018 al 2022, tale tasso si è ridotto di 8,6 punti percentuali. Con uno sguardo al futuro. Nei prossimi decenni, il fattore decisamente più impattante sul mercato del lavoro è rappresentato dal possibile declino demografico e del conseguente fenomeno dello spopolamento. Secondo le previsioni dell’Istat, entro il 2080 la popolazione calerà del -22% a livello nazionale, -40% nel Mezzogiorno e -46% in Sardegna.

Così Maika Aversano, direttrice generale dell’Aspal ha commentato i dati “Abbiamo registrato per i primi due trimestri del 2023 un aumento del tasso di occupazione che si attesta attorno al 56%. Il trend è ancora in crescita per il terzo trimestre. In termini assoluti sono molto rassicuranti i dati riguardanti l’occupazione femminile. Per quanto riguarda i contratti: quelli a tempo indeterminato sono aumentati del 3% rispetto al 2022 mentre per quelli a tempo determinato c’è da sottolineare oltre all’aumento anche che la durata è passata da una media di 107 a 120 giorni cioè un segnale positivo sul buon esito e sulla riuscita delle politiche regionali per la destagionalizzazione. Le politiche regionali e l’impegno dell’Aspal e dei centri per l’impiego nel mettere in pratica le novità introdotte dal programma GOL (Garanzia per l’Occupabilità dei Lavoratori) nelle modalità di gestione delle politiche attive per l’accompagnamento al lavoro, l’assistenza ai cittadini e alle imprese, mirata, personalizzata e orientata al risultato, la profilazione delle competenze e delle capacità dei propri utenti, sono tutti rivolti a favorire l’allineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro”.

Tra i temi trattati, l’evoluzione dei servizi pubblici per il lavoro, tra cui le opportunità offerte dal Programma GOL, che mira a migliorare la qualità dei servizi e l’implementazione e rafforzamento della rete dei centri per l’impiego, che dovranno garantire a cittadini e imprese, orientamento, accompagnamento al lavoro, avviamento alla formazione, presa in carico dei soggetti vulnerabili e supporto all’ autoimpiego.

Si è parlato anche di intelligenza artificiale e dei suoi effetti sui cittadini e sul mondo del lavoro, una tendenza inarrestabile che va compresa, governata e soprattutto condivisa. Il professor Alessandro Spano, ordinario di economia dell’Università degli studi di Cagliari, nel suo intervento ha approfondito il tema dell’innovazione applicata alla formazione per riscoprire il valore di una conoscenza accessibile a tutti.

Durante l’evento si sono svolte due tavole rotonde, una con i rappresentanti delle agenzie formative e delle istituzioni scolastiche e universitarie, l’altra con quelli del mondo economico, sociale e degli Enti locali, incentrate sul tema cruciale “lavoro formazione” e sulla necessità di coinvolgere sempre più le imprese nella costruzione di percorsi formativi che garantiscano l’occupabilità, attivando le cosiddette “Accademie per le filiere produttive e istituzionali”.

“Come rilevano i dati Istat, il trend sull’occupazione è positivo e continuerà a crescere fino al 2027 – ha affermato il presidente di Anpal Servizi, Massimo Temussi. È un momento inatteso, molto positivo, l’occupazione è aumentata anche nel secondo trimestre e le posizioni a tempo indeterminato hanno addirittura raggiunto un record storico. Dopo lo stop al reddito di cittadinanza non c’è stata nessuna bomba sociale, la riforma ha funzionato, gli occupabili hanno aderito al nuovo Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), e molti ex percettori del reddito si sono attivati per reinserirsi nel mercato. Il dato che, invece, mette in crisi il sistema, sottolinea – Temussi – è il mismatch tra la domanda e l’offerta. Un milione di vacancy rimangono senza risposta, perché mancano le professionalità. Questo deve essere il nostro obiettivo, colmare il divario, facilitando l’incontro tra chi cerca e offre lavoro, promuovendo l’orientamento e la formazione professionale mirata alle esigenze del mercato”.

“Per lo sviluppo della Sardegna, occorre una grande rivoluzione culturale – aggiunge Lai – che restituisca all’economia identitaria della Sardegna il ruolo trainante dello sviluppo. L’agroalimentare, l’artigianato e il commercio, la portualità e i mestieri del mare, il turismo (da destagionalizzare), la cultura, le tradizioni e l’ambiente sono le grandi filiere dell’economia. Occorre fare rete tra tutti gli attori del mondo economico e istituzionale, capire che le decisioni sullo sviluppo dei territori devono essere affidate alle comunità, protagoniste dei cambiamenti culturali, sociali ed economici, alle quali abbiamo già dedicato i GAL, un progetto da quasi 40 milioni di euro con le Unioni dei Comuni, le Comunità montane, e i Consorzi. E soprattutto la semplificazione amministrativa, per velocizzare e rendere agevoli procedure e controlli, che talvolta frenano lo sviluppo.”

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