Confesercenti, ‘fondi per imprese esauriti, fuori 150 aziende’

I7,5 milioni di euro messi a disposizione delle imprese sarde nel settore commercio messi in campo dalla Regione “non sono stati sufficienti.

Oltre 350 pratiche sono state inoltrate prima della chiusura della procedura avvenuta pochi minuti dopo le 13, ma già alle 11:02, un’ora dopo l’apertura, il contatore dava evidenza che si era già abbondantemente superato il budget disponibile”.

Lo denuncia la Confesercenti in una nota.

“In Sardegna ci sono 54 mila imprese imprese operanti nei settori commercio e ristorazione, ma i fondi messi a disposizione per questo settore risultano sempre troppo esigui – dichiara Gian Battista Piana, direttore regionale Confesercenti – al momento bisognerebbe trovare almeno altri 4 milioni per poter soddisfare tutte le richieste presentate con questo bando.

Su stimolo dell’assessore Chessa abbiamo lavorato alacremente per divulgare tra iscritti e non questo strumento di finanziamento, abbiamo organizzato qualche centinaio di incontri su tutto il territorio regionale, e ora ci ritroviamo a dover dare risposte sul perché non ci siano fondi sufficienti per tutti. Spiegare alle imprese del settore che solo 150/200 su 54mila potranno usufruire delle agevolazioni previste sarà veramente mortificante”.

“Quello della Legge 3 è stato un iter tormentato, si è partiti da 30 milioni di euro, in parte (15 milioni) destinati alla Camera di Commercio che avrebbe dovuto distribuirli con le stesse finalità entro il 2022, inizio 2023, ma ad oggi non è iniziato neanche l’iter per il bando. Di questi 7,5 milioni appena stanziati, si è sentito a malapena il profumo e solo per una parte delle pratiche presentate – afferma Roberto Bolognese, presidente regionale Confesercenti – Abbiamo urgenza di un sostegno serio da parte della Regione, anche perché ci risulta che i soldi ci sono. I dati di bilancio, infatti, ci dicono che il fondo di cassa regionale, cioè i soldi non spesi dalla Regione, secondo la Corte dei Conti, ha raggiunto la cifra esorbitante di tre miliardi di euro e potrebbero diventare quattro a dicembre 2023. Intanto, se tutti questi soldi non si vogliono o non si sanno spendere, le imprese del commercio, le più sofferenti in assoluto, muoiono – conclude – Alle promesse bisogna far seguire azioni urgenti e concrete”.

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