Tra le imprese con ricerche di personale in corso “il 69,8% dichiara di riscontrare difficoltà”, c’è una “difficoltà di reperimento delle competenze necessarie per oltre due imprese su tre”.
Emerge dall’Indagine Confindustria sul lavoro 2024, rapporto annuale del centro studi di via dell’Astronomia.
Il 31,9% delle imprese non aveva in corso ricerche di personale.
Le difficoltà per le imprese che cercano personale da assumere “emergono soprattutto per le competenze tecniche (complessivamente segnalate dal 69,2% delle imprese) e per le mansioni manuali (nel 47,9% dei casi a livello nazionale e nel 58,9% nel settore industriale)”.
Tra i molti aspetti presi in esame, il rapporto si sofferma anche sullo smart working: nel 2023 è stato utilizzato dal 32,6% delle imprese che ha partecipato all’indagine. “I risultati indicano che la quota di imprese che utilizzano lo smart working si è quasi quadruplicata, da 8,9% nel pre-pandemia a 32,6% nel 2023. Questa modalità di lavoro si conferma maggiormente diffusa nelle imprese dei servizi (38,5%) rispetto all’industria (28,2%)”, ed “è legata alla dimensione aziendale, essendo presente in meno di un quarto delle imprese piccole, con meno di 15 dipendenti (24,2%), in circa un terzo delle imprese medie”.
Nelle imprese dove è prevista, “mediamente il 34% dei dipendenti non dirigenti ha utilizzato tale modalità di lavoro, per lo più per 2 o 3 giorni a settimana (tra 4 e 12 giorni al mese) senza differenze sostanziali tra il dato dell’industria (33,8%) e quello dei servizi (34,2%). L’8,9% dei dipendenti lo ha utilizzato per al massimo 1 giorno alla settimana (fino a 4 giorni al mese), il 20,9% ha scelto tale modalità per 2-3 giorni a settimana (5-12 giorni al mese), e il 4,2% per oltre 3 giorni alla settimana (oltre 12 giorni al mese)”.