L’associazione Amicizia Sardegna Palestina lancia un appello a tutti i Comuni della Sardegna a sostegno della Risoluzione ONU per un intervento concreto a favore del popolo Palestinese.
Con una lettera inviata a tutti i Consiglieri comunali, ai Sindaci, il Presidente dell’Associazione Fawzi Ismail
chiede un aiuto per i Palestinesi da parte di tutte le istituzioni sarde, presentando all’approvazione del Consiglio di cui fanno parte una mozione di sostegno della Risoluzione ONU del 18 settembre che ne chieda anche la diffusione e l’applicazione.
“Considerati i fatti che stanno accadendo e che stanno colpendo così duramente centinaia di migliaia di bambini, donne e uomini in quella terra, in particolare a Gaza e in Cisgiordania- si legge nella lettera – le chiedo di
intervenire concretamente in aiuto di queste persone nella sua veste istituzionale.
Lo scorso 18 settembre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione A/RES/ES-10/24 che chiede a Israele, in conformità col parere espresso dalla Corte internazionale di Giustizia, di porre fine entro un anno alla presenza illegale nel territorio palestinese occupato.
La stessa risoluzione, tra le altre cose, chiede “senza indugio” il ritiro di tutte le forze israeliane e l’evacuazione dei coloni illegali dai territori occupati; esorta tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite a imporre sanzioni a coloro che sono responsabili del perdurare della presenza di Israele nei territori occupati e a “fermare le esportazioni di armi” verso Israele se si sospetta che vengano utilizzate in quei territori; chiede inoltre che Israele risarcisca i Palestinesi per i danni causati dall’occupazione e invita tutti i Paesi a prendere provvedimenti per impedire il commercio o gli investimenti che aiutano Israele a mantenere l’occupazione dei territori”.
La risoluzione è stata approvata con 124 voti favorevoli, 14 contrari e 43 astensioni. L’Italia si è astenuta, pertanto non si è dichiarata contraria. Rivolgendosi in prima persona ai consigli comunali sardi, la missiva spiega che “In base alle regole dell’ONU la risoluzione dell’Assemblea generale non è, al pari peraltro di quella che nel 1948 stabilì il piano di partizione della Palestina, vincolante, ma è evidente che una risoluzione approvata con soli 14 voti contrari su 193 membri non può, e non deve, essere considerata lettera morta, se non si vuole rinunciare alla residua speranza in un diritto internazionale condiviso e in istituzioni internazionali che possano mettere ordine nelle dispute tra Stati, scongiurando il ricorso alla violenza. Dalla data di approvazione della risoluzione a oggi, Israele non ha mostrato alcuna intenzione di adeguarsi a quanto prescritto dalla risoluzione, anche il Governo Italiano non sembra aver preso in considerazione alcuna delle prescrizioni stabilite dall’Assemblea per i paesi terzi rispetto alla Palestina e a Israele, la stessa informazione sulla questione è stata a dir poco carente, se non del tutto omissiva. In sostanza un pronunciamento così importante della più alta Assemblea mondiale rischia di finire nel nulla, con conseguenze drammatiche, non solo per la Palestina ma anche per la stessa credibilità di un sistema di regole internazionali condiviso”.
Per questa ragione, l’Associazione Amicizia Sardegna Palestina, da anni impegnata nella difesa dei diritti del popolo Palestinese, oggi così drammaticamente sotto assedio, lancia un accorato appello a tutte le istituzioni comunali della Sardegna per chiedere un sostegno concreto e per lanciare un netto segnale al Governo italiano, in un’ottica del rispetto del diritto internazionale.
Associazione Amicizia Sardegna Palestina