Raffica di raid israeliani nella notte tra sabato e domenica nel Libano dopo un presunto attacco avvenuto ieri su Majdal Shams che ha causato almeno 12 morti e che Hezbollah afferma di non aver effettuato.
Gli Hezbollah “pagheranno un prezzo alto”, aveva detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo l’attacco, mentre una fonte della sicurezza israeliana citata da Sky News Arabic e rilanciata dal Times of Israel aveva affermato che Israele risponderà con forza all’attacco, assicurando però di non avere “intenzione di scatenare una guerra”.
Netanyahu è partito durante la notte dalla base aerea di Andrews a Washington per tornare in Israele, in anticipo rispetto al rientro previsto in seguito all’attacco missilistico. Secondo quanto riferito dalla tv Kan, atterrerà in Israele nel primo pomeriggio e convocherà il gabinetto di sicurezza per le 16 ora locale.
L’Aeronautica militare israeliana (Iaf) “ha colpito nel corso della notte una serie di obiettivi terroristici di Hezbollah sia in profondità nel territorio libanese che nel sud del Libano, compresi i depositi di armi e le infrastrutture terroristiche nelle aree di Chabriha, Borj El Chmali, Beqaa, Kfarkela, Rab El Thalathine, Khiam e Tayr Harfa”, hanno reso noto le forze di difesa israeliane (Idf) su Telegram.
In precedenza, il Times of Israel, citando la Radio dell’Esercito israeliano, aveva reso noto che l’Idf aveva preso di mira l’area di Chebaa nel Libano meridionale, dalla quale è stato lanciato ieri il razzo verso Majdal Shams. Da parte sua, la tv degli Hezbollah, Al Manar, aveva denunciato raid aerei israeliani sulle periferie delle città di Abbasiya e Burj al-Shamali e contro le città di Khiam e Kafr Kila, nel sud del Libano. Oltre ad un missile teleguidato israeliano sulla città di Tayr Harfa. “Ora ci aspettiamo un pesante attacco”, hanno dichiarato fonti di Hezbollah a un’agenzia di stampa tedesca, ripresa dalle tv israeliane.