Inaugurato ad Adjumani in Uganda, nella zona del West Nile, alla presenza dei funzionari regionali e delle autorità locali, il primo laboratorio nella Regione per le analisi chimiche fisiche e biologiche dell’acqua per usi domestici, finalizzato al montaggio della qualità delle risorse idriche fornite alle popolazioni locali. Il progetto di cooperazione, denominato “E.Wa.s-Soluzioni per l’ambiente e per l’acqua”, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile, è realizzato dalla Regione Sardegna in collaborazione con il distretto di Adjumani, l’Enas (Ente acque della Sardegna), l’Università di Sassari, il Comune di Nuoro e l’associazione di volontariato Dreo.
“La cooperazione internazionale allo sviluppo può influire in modo significativo sull’evoluzione del continente africano – afferma l’assessore regionale del Lavoro, Ada Lai – Il progetto si inserisce nell’ambito del rapporto di collaborazione, avviato sin dal 2017, tra la Regione Sardegna e la Repubblica di Uganda, in particolare sui temi della gestione idrica e del dissesto idrogeologico, ai fini del contenimento dei flussi migratori. Portiamo avanti un nuovo modello di cooperazione – aggiunge Lai – che va oltre la dinamica unidirezionale donatore-ricevente, basato sullo scambio reciproco, la collaborazione e la solidarietà, nel quale si confrontano più soggetti con finalità e competenze diverse in grado di influenzarsi vicendevolmente”.
Il Laboratorio, di 200mq, è attrezzato con strumenti e materiali per l’esecuzione di analisi chimico-biologico delle acque finalizzate sia al controllo della qualità, sia con finalità di sanità pubblica, vista la grave carenza di informazione nelle aree e i rischi di danni per la salute della popolazione residente nell’area. Attualmente i profughi continuano ad affluire in Uganda, il terzo Paese più ospitale del continente, dopo la Costa d’Avorio e il Sudafrica. Nel Paese sono presenti 1,7 milioni di profughi, la popolazione migrante rappresenta il 4 per cento della popolazione.