La corte di assise d’appello di Torino ha ricalcolato in 23 anni di carcere la pena per l’anarchico Alfredo Cospito.
La procura generale aveva chiesto l’ergastolo. Per Anna Beniamino i giudici hanno stabilito 17 anni e 9 mesi di reclusione.
“Non c’è nessuna prova che noi abbiamo piazzato gli ordigni a Fossano. Questo è un processo alle idee. Gli anarchici non fanno stragi indiscriminate, perché gli anarchici non sono lo Stato”. Per la prima volta dall’apertura del processo Scripta Manent Alfredo Cospito ha negato il suo coinvolgimento nell’attentato alla scuola allievi carabinieri nella città piemontese del 2 giugno 2006.
L’anarchico lo ha detto nel corso dell’ultima dichiarazione spontanea prima che i giudici di Torino entrassero in camera di consiglio. Ha anche parlato di un processo caratterizzato da “stranezze” e da “un evidente accanimento”.
I sei provvedimenti emessi a carico degli anarchici per gli scontri dell’11 febbraio scorso durante un corteo a Milano in solidarietà con Alfredo Cospito, allora detenuto a Opera (Milano) e oggi a Sassari, riguardano due giovani di 28 e 26 anni a cui è stato imposto il divieto di dimora a Milano con obbligo di presentazione due volte alla settimana alla Polizia giudiziaria competente per territorio. Poi tre donne di 28, 29 e 31 anni che hanno avuto l’obbligo di dimora rispettivamente nei comuni di Novara, Olgiate Olona (Varese) e Malnate (Varese). A un cittadino svizzero di 31 anni è stato infine imposto il divieto di dimora a Milano con la proibizione di trattenersi a qualsiasi titolo in città.