Cresce la pirateria audiovideo, 30 milioni di atti in più nel 2022

La pirateria audiovisiva resta una spina nel fianco per l’industria creativa. I dati pubblicati da Fapav indicano che l’incidenza complessiva riguarda ancora il 42% della popolazione adulta (più o meno come nel 2021), ma cresce il numero di contenuti audiovisivi piratati, pari a circa 345 milioni di atti illeciti stimati nel 2022, ovvero 30 milioni in più rispetto all’anno precedente (+9%). Il fenomeno è in continua evoluzione e vede tra le nuove sfide la relazione tra copyright e intelligenza artificiale, dove la tecnologia rappresenta un nuovo strumento per le violazioni. Il blocco dei siti si rivela una misura efficace per scoraggiare la pirateria online, e la legge ad hoc in discussione al Senato, che inasprisce le sanzioni, è salutata favorevolmente dall’industria. Ma occorre lavorare anche sulla consapevolezza: spesso i “pirati” non si rendono conto del danno arrecato a una filiera industriale italiana e ai suoi lavoratori.

“La ricerca presentata oggi da Nando Pagnoncelli e riferita al 2022 evidenzia come il fenomeno della pirateria nel nostro Paese sia in continua evoluzione, sfruttando lo sviluppo tecnologico anche a fini illeciti, come dimostra il recente dibattito in merito alla relazione tra copyright e intelligenza artificiale. Anche i numeri di quest’anno, ci stimolano, come Fapav a confermare il nostro impegno nel sostenere le industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali e nel lavorare con le Istituzioni – già molto sensibili al tema – per la definizione ed applicazione di nuovi strumenti preventivi di efficace contrasto alla pirateria”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Presidente Fapav.

La nuova indagine sul fenomeno della pirateria audiovisiva e sportiva, condotta da Ipsos per conto di Fapav – Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali, è stata presentata a Roma in occasione dell’evento Stati Generali della lotta alla pirateria tra legalità, sicurezza e intelligenza artificiale. Industrie dei contenuti, consumi culturali e comportamenti illeciti”organizzato dalla Federazione e che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e dell’industria.

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