Un primo quadrimestre del 2024 con vendite cresciute del 7 per cento e un 2023 da record con una produzione pari a 360mila quintali ma soprattutto un prezzo di vendita all’ingrosso mai raggiunto: 14,05 euro, con un incremento del prezzo medio annuale rispetto al 2022 del 16,5%.
Sono i numeri del Pecorino Romano Dop messi in evidenza nel corso del Cibus, l’evento punto di riferimento per l’agroalimentare Made in Italy che si è appena concluso a Parma.
Il Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop era presente con uno stand che nei quattro giorni, dal 7 al 10 maggio, è stato preso d’assalto: oltre duemila i piatti serviti dallo chef Matteo Barbarossa, oltre 100 pinse sfornate e servite ancora calde, 100 chili di prodotto grattugiato utilizzato e oltre 60 chili di formaggio degustato in purezza.
“Al Cibus abbiamo iniziato il percorso del nuovo triennio del progetto Italia-Germania con l’obiettivo di crescere ancora su quei mercati – spiega il presidente del Consorzio, Gianni Maoddi – Il Pecorino Romano sta vivendo un ottimo momento di stabilità, fa numeri eccellenti.
Con i nuovi progetti per il 2024 mettiamo in campo attività promozionali e di comunicazione importanti, oltre a quello già citato siamo sul mercato degli Stati Uniti, dove ci sono ancora tantissimi spazi di crescita, in Giappone, nel Regno Unito e in Svizzera, e si sta programmando un intervento sul mercato canadese”.
Si guarda a nuovi mercati: “In questo momento – sottolinea il direttore generale del Consorzio Riccardo Pastore – molto interessanti sono sicuramente quelli asiatici.
Stiamo collaborando con altri consorzi per valorizzare reciprocamente i prodotti, per esempio ci interessa l’abbinamento con i vini, e stiamo valutando anche un progetto che riguarda la proposta del Pecorino Romano all’interno dei Cocktail Party. E poi c’è il progetto della pinsa, che abbiamo lanciato a Los Angeles e che porteremo anche a New York”.