Dopo la tragedia di Firenze anche la Sardegna scende in piazza per la sicurezza nei cantieri.
Anche perché non è certo isola felice.
Da tre anni aumentano gli incidenti mortali che, secondo l’Inail, nel 2023 hanno registrato 25 vittime, 18 sul posto di lavoro, gli altri in itinere verso la propria occupazione, una in più rispetto all’anno precedente.
Sempre nel 2023, sono aumentate del 7% le denunce di malattie professionali rispetto al 2022 e si registra un incremento preoccupante, +23,5%, degli infortuni di giovanissimi lavoratori, fino a 14 anni e +11,25% dei lavoratori fra i 14 e i 19 anni.
Domani dalle 10 alle 13 in piazza Palazzo a Cagliari in programma – in concomitanza con iniziative simili organizzate in tutta Italia in occasione dello sciopero di due ore a fine turno proclamato da Fillea e Feneal, Fiom e Uilm nazionali – un presidio regionale organizzato da Cgil e Uil e dalle categorie degli edili e dei metalmeccanici.
Una delegazione nel corso della mattinata salirà per portare al prefetto le rivendicazioni dei sindacati uniti per chiedere “un impegno concreto da parte del Governo per fermare la strage nei luoghi di lavoro”. Ci sarà presidio anche in piazza Italia a Sassari, dalle 16 alle 17.30: previsto l’incontro con il prefetto. A Olbia invece, conferenza stampa nella sede della Camera del Lavoro in via del Piave alle 15. Nel pomeriggio assemblee nelle aree industriali in tutta l’isola. Per i sindacati “massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono scelte che hanno conseguenze drammatiche e vanno cambiate”. Cgil e Uil chiedono “l’applicazione della patente a punti, la congruità di tempi e modi di esecuzione per impedire lo sfruttamento dei lavoratori, l’applicazione del contratto collettivo di riferimento, le agibilità per i delegati di sito alla sicurezza, il ripristino della parità di trattamento negli appalti e la responsabilità dell’impresa committente”.