A Roma, Padova e Messina si sono verificati nei mesi scorsi alcuni episodi che hanno portato al fermo, da parte delle forze di polizia, di alcuni cronisti che stavano svolgendo il loro lavoro, provocando la ferma condanna della Federazione nazionale della Stampa italiana che ha chiesto e ottenuto insieme all’Odg nazionale un incontro al Viminale con il Prefetto Raffaele Grassi, vicedirettore generale della PS, direttore centrale della polizia criminale.
Ossigeno per l’Informazione il 6 luglio 2024 ha pubblicato un’inchiesta su quanto avvenuto, a partire dall’episodio di Roma del 23 maggio 2024, in cui tre cronisti sono stati fermati da agenti di polizia della Digos nei pressi del Ministero del lavoro. «Un comunicato ufficiale – si legge sul sito web di Ossigeno per l’informazione – afferma che avevano rifiutato di farsi identificare. Questa versione è smentita dalle dichiarazioni rilasciate a Ossigeno dai tre fermati. In particolare, uno di loro, Roberto Di Matteo, fa notare con preoccupazione che il ministro dell’Interno ha avallato una ricostruzione che non rispetta la realtà dei fatti.
Ossigeno per l’Informazione ritiene che questo episodio e altri recenti episodi di Padova e Messina ripropongono con urgenza l’esigenza, già avvertita in occasione di altri incidenti, di realizzare iniziative congiunte di formazione di polizia e giornalisti per creare un clima di maggior comprensione e rispetto reciproco fra le forze di polizia impegnate in compiti di ordine pubblico e i giornalisti impegnati a documentare le manifestazioni di protesta, elaborando un codice di comportamento condiviso, come avviene in altri paesi, sul modello di quello messo a punto da Ecpmf, Ossigeno, Efj, Index, Obct e Seemo, presentato il 4 dicembre 2019».