Curava i tumori con ultrasuoni, in appello chiesti 18 anni

Riduzione della pena a 18 anni di reclusione per Alba Veronica Puddu, la dottoressa 53enne di Tertenia condannata all’ergastolo in primo grado per omicidio volontario aggravato, circonvenzione di incapace e truffa.

E’ la richiesta del procuratore generale Luigi Patronaggio, al termine della sua requisitoria oggi in Corte d’assise d’appello di Cagliari.

Una richiesta che ha tenuto conto della perizia psichiatrica disposta dalla stessa Corte, presieduta da Massimo Costantino Poddighe, che ha incaricato il professor Elvezio Pilfo (già perito di Annamaria Franzoni del caso Cogne e più recentemente nel processo ad Alessia Pifferi).

La relazione dell’esperto ha valutato la professionista “parzialmente incapace di intendere e di volere”, ma anche “socialmente pericolosa e non in grado di esercitare la professione medica”.

Il procuratore generale ha anche riconosciuto le attenuanti generiche, il dolo eventuale e non il dolo diretto, ovvero la dottoressa non ha messo in atto la sua condotta perché voleva la morte dei pazienti ma ne ha accettato il rischio.

Dopo la requisitoria del pg, c’è stata l’arringa l’avvocato Gianfranco Sollai, uno dei legali delle parti civili insieme a Rita Dedola e Mauro Massa.

Si torna in aula il 15 novembre per la conclusione delle arringhe delle parti civili e per le discussioni della difesa Gianluca Aste e Michele Zuddas.

Puddu, il 19 gennaio 2023, era stata condannata al carcere a vita con isolamento diurno.

I giudici erano andati oltre le richieste della pubblica accusa, che aveva sollecitato 24 anni di reclusione.

L’indagine era partita dopo un’inchiesta della trasmissione Le Iene nel 2017, in cui venivano segnalati casi di malati oncologici che avevano abbandonato le terapie tradizionali per quelle proposte da Alba Veronica Puddu, racconta l’agenzia di stampa Ansa.

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