Tra gli ufficiali di gara del Fip Platinum Sardegna, una gioca in casa, a Cagliari, la sua città natale.
È Federica Simongini, arbitra di padel.
Ha una lunga esperienza internazionale, ma tutto è iniziato dalla Sardegna, tre anni fa, quando il capoluogo ospitò FIP Star. Già arbitra di tennis da sette anni – ora dieci in tutto – Simongini accettò la sfida del padel: “Fino ad allora – racconta – non avevo mai arbitrato una partita di questo sport”. Poi, tante gare: “Più partite si arbitrano meglio è, serve tanta disponibilità – spiega – ed è importante essere sempre curiosi, dimostrare passione, fare domande e imparare da chi ha più esperienza. E poi guardare più partite possibili, non solo sul campo ma anche in video. È un aspetto fondamentale per imparare a fare l’occhio sulle situazioni più complicate da valutare”.
Tante insidie: “L’arbitro è abbastanza lontano dal campo e alcune palle, complice la grata, possono risultare un po’ difficili da seguire. È per questo che è importante vedere le partite, ed è così che ho imparato a capire se una palla è buona o fuori e per quale motivo. La pratica aiuta a cogliere velocemente i rimbalzi, il modo in cui la palla esce dalla grata”. Ma che cosa serve per non sbagliare? “Serve particolare attenzione quando i giocatori escono dal campo, verificare che non tocchino il palo o la rete, per esempio. Oppure quando fanno un x3, il colpo che spedisce la palla fuori dalla gabbia: pure in quel caso è necessario controllare che tutto venga fatto secondo il regolamento, senza toccare niente con la racchetta o il piede. Anche qui l’esperienza fa l’occhio”.
Arbitri spesso aiutato dal fairplay: “C’è molto rispetto da entrambe le parti e vedo che lo stesso vale nel loro rapporto.
In generale c’è molta onestà e trasparenza, anche nelle palle contese, e questo si trasmette all’arbitro. Naturalmente ci sono momenti di discussione, una decisione può cambiare la partita, ma è una cosa che rimane sul campo. Non mi è mai capitato che, dopo uno di questi momenti, il giocatore in questione tornasse sull’episodio nelle partite successive”. Consigli per diventare arbitro? “Come detto, serve tanta passione, soprattutto quando si fa la gavetta, andare in giro, guardare tornei, lasciarsi prendere da questo sport che comunque ha la capacità di attirare anche chi non lo pratica. Poi piano piano puntare in alto e perché no, a grandi palcoscenici: a me per esempio, è capitato di fare tornei internazionali ma mai il Foro Italico e spero un giorno di essere anche lì”, il pezzo è stato pubblicato da Srefano Ambu per l’agenzia di stampa Ansa.