Da ex detenuto nel carcere di Uta a dipendente del Tecnocasic, l’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nella città metropolitana di Cagliari: una nuova opportunità di vita grazie al progetto “Lav(or)ando” della cooperativa sociale Elan.
Il nuovo anno porta per Stefano Garau, ex imprenditore di 60 anni di Cagliari, un contratto di sette mesi.
L’assunzione è il frutto di un lungo percorso iniziato col progetto sostenuto dalla Fondazione con il sud, nato per favorire il reinserimento sociale e offrire un’occasione di riscatto.
Elan gestisce le due lavanderie industriali di Uta e dell’Istituto minorile di Quartucciu. Durante la detenzione Garau ha potuto svolgere lì un primo tirocinio affiancato dagli operatori: “Per ottenere questi risultati è fondamentale il lavoro di squadra e una fitta rete di imprese pubbliche e private pronte a offrire tempestivamente il loro supporto – spiega Elenia Carrus, vicepresidente e responsabile dell’area inclusione di Elan -. Vogliamo ampliare ulteriormente questa rete di partner sensibili al tema dell’inclusione socio-lavorativa delle persone detenute. Siamo felici per Stefano. La sua grande determinazione e l’impegno sono un esempio ispiratore ed è la dimostrazione che il lavoro è una concreta occasione di riscatto”.
Scontata la pena, Garau aveva svolto un nuovo tirocinio al Tecnocasic, azienda che ha aderito al progetto, ottenendo il marchio etico solidale “Lav(or)ando 100% inclusione sociale” ideato da Elan. Ora, con il contratto di assunzione, da lunedì 15 gennaio, Garau occupa la postazione del front office, riceve personale e visitatori, risponde al telefono: “Ho ricevuto un’accoglienza davvero straordinaria da parte di tutti, mi hanno commosso – racconta Garau – Mi sono trovato felice da un giorno all’altro. Vorrei ringraziare tutti, in particolare Giacomo Loche che è stato inizialmente il mio tutor e ora un vero e grande amico”.
Prosegue parallelamente l’impegno di Elan e crescono le opportunità per la cooperativa. La settimana scorsa si è aggiudicata la nuova gara bandita dalla Polizia di Stato.
Lenzuola, coperte, federe e asciugamani degli alloggi e delle celle di sicurezza della caserma Carlo Alberto di viale Buoncammino e della Questura di Cagliari saranno lavati e stirati dai detenuti: “Aumenta per noi la mole di lavoro e aumentano di conseguenza le opportunità di coinvolgere altri detenuti nel percorso di inclusione” conclude Carrus.