Dalla sanità all’urbanistica, passando per gli enti locali, la caccia e gli usi civici.
Sono 19 gli articoli del collegato alla Finanziaria 2023 della Regione Sardegna cassati dal governo che ha impugnato la legge approvata a settembre, con oltre sei mesi di ritardo e in extremis per poter rendere esecutive entro il 2023 le norme.
Per il cdm negli articoli esaminati vengono oltrepassati i confini delle competenze tra Stato e Regione in sette materie: ambiente e paesaggio, ordinamento civile, ordine pubblico e sicurezza, produzione, trasporto e distribuzione dell’energia, sanità, finanza pubblica, e assetto amministrativo del territorio.
“Una continua invasione di campo rispetto ai confini tracciati nella Costituzione”, riassume l’esecutivo.
Nel dettaglio sono stati giudicati illegittimi costituzionalmente gli articoli che riguardano gli enti locali: il 13 sugli usi civici e gli espropri dei terreni per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile e il 120 che riguarda la province. Questo in particolare per “sostanziali variazioni dell’assetto territoriale, senza prevedere il coinvolgimento delle popolazioni interessate alla riforma delle circoscrizioni territoriali delle province sarde”.
Sull’urbanistica bocciate le norme sul recupero e il riuso di sottotetti, piani pilotis e seminterrati (123, 124 e 125) e quelli sulle deroghe per le strutture amovibili delle strutture ricettive (art. 126). In materia urbanistica cassati anche il 127 sulle modifiche per portatori di handicap, il 128 e 130 su demolizione e ricostruzione, il 131 sulle pergole bioclimatiche e infine il 133 sulla valorizzazione degli immobili della borgata di pescatori di Marceddì.
Impugnate anche le norme in materia di sanità volute dall’assessore Carlo Doria: da un lato l’aumento di 100 euro della tariffa oraria dei medici (art. 35), dall’altro l’incremento dei tetti di spesa per prestazioni sanitarie erogate da privati accreditati (art. 56). E poi l’ambiente, con la bocciatura dell’aumento di giornate di caccia alla tortora selvatica (art. 80), l’istituzione e la formazione specialistica di nuclei, all’interno della struttura del Corpo forestale regionale, che svolgano anche funzioni di investigazione giudiziaria sul fenomeno degli incendi boschivi (art. 86 e 87).
Infine è stato impugnato l’art. 91 che prevede deroghe in materia di bacini di accumulo di competenza regionale,