Dall’11 al 13 ottobre a Cagliari l’evento principale della ventunesima edizione delle Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata

Spetta a Cagliari, quest’anno, il compito di ospitare l’evento principale delle Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata promosse dall’associazione Gruppi Archeologici d’Italia (G.A.I.): una manifestazione nata nel 2004 con l’obiettivo di avvicinare il pubblico alla conoscenza del territorio e valorizzare i siti meno noti, che rischiano di scomparire dalla memoria collettiva. Un appuntamento più volte insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica, e che si snoda in ottobre fra le diverse regioni in cui operano gli oltre settanta gruppi archeologici che fanno parte dell’associazione G.A.I.

Ogni edizione delle Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata adotta un diverso sito in cui tenere il suo evento “simbolo” intorno al quale si tengono escursioni, visite guidate, conferenze: per quest’anno la scelta è ricaduta su Cagliari e al Gruppo Archeologico Karalitano (GAK) – fondato nel 2018 e presieduto da Maria Spanedda – è stato affidato il compito di organizzare l’appuntamento che si terrà nel secondo weekend del mese prossimo, da venerdì 11 a domenica 13 ottobre, con la partecipazione di circa ottanta studiosi e appassionati di archeologia, in arrivo dalla Penisola, alla scoperta di alcuni siti meno conosciuti del capoluogo sardo.

Cagliari e i territori limitrofi costituiscono dunque lo scenario di Archeologia Ritrovata 2024. La città è ricca di testimonianze del passato, le porta incise nella roccia bianca dei suoi colli che si protendono verso il mare e, da est a ovest, la suddividono nei quartieri storici, dove ancora oggi si svolge la vita cittadina. «Karaly o Krly conosce uno sviluppo urbano con i Fenici, ma il suo territorio è abitato fin dal Neolitico in un dialogo continuo con il mare che ha segnato da sempre la sua storia» spiega la presidente del GAK Maria Spanedda: «Si è scelto di raccontare ai visitatori qualche briciola della nostra storia, limitatamente al periodo più antico e, come previsto, privilegiando i siti poco conosciuti e più lontani dai percorsi turistici. Spesso tali siti sono celati all’interno di edifici moderni, il cui accesso non è compatibile con grandi numeri di visitatori e la loro lettura è compromessa da tutti i problemi che l’archeologia urbana comporta». 
 
Oltre a quelli più conosciuti, come la necropoli punico-romana di Tuvixeddu e l’ipogeo Grotta della Vipera, saranno visitati luoghi meno frequentati e aperti in esclusiva in occasione della manifestazione come l’area archeologica dell’attuale Vico III Lanusei e quella sotto l’ex albergo La Scala di Ferrola Fullonica situata sotto il palazzo INPS e l’area monumentale sotto la chiesa di Sant’Eulalia.
 
Durante il percorso cagliaritano della tre giorni, sarà possibile ammirare anche l’anfiteatro romano, del quale resta la parte scavata nella roccia, sufficiente però a testimoniare la grandiosità e l’accurata fattura di questo simbolo della romanità, presente anche nella Karales romana. Il tour comprende poi una visita al Museo Archeologico, situato nell’antico Arsenale, che custodisce reperti di grande valore storico e da cui si può godere di una splendida vista su Cagliari: l’itinerario offre infatti l’occasione anche per scoprire una città dal vivere piacevole, con panorami mozzafiato dai colli che si aprono verso il mare, gli stagni e la lunga spiaggia del Poetto, ideale per momenti di relax tra sole e mare, arricchiti da ottimo cibo proposto dai locali sul lungomare.
 
Ma il programma di “Sardegna avamposto d’Europa” prevede anche due escursioni fuori Cagliari. Sabato 12 visita a Barumini, a una cinquantina di chilometri dal capoluogo, dove sorge il celebre nuraghe Su Nuraxi, patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1997. Scoperto e studiato dal Prof. Giovanni Lilliu, è visitabile tutto l’anno grazie al lavoro della Fondazione Barumini Sistema Cultura, che nei suoi spazi ospita mostre e iniziative culturali con la partecipazione di molti giovani. Lo sviluppo turistico del paese nel cuore della Marmilla rappresenta un esempio virtuoso di valorizzazione del patrimonio locale.
 
Oltre a Su Nuraxi, Barumini custodisce un altro gioiello nascosto: un nuraghe in arenaria bianca scoperto durante i lavori di restauro della cinquecentesca Casa Zapata, un’abitazione nobiliare che oggi offre ai visitatori un affascinante esempio di recupero e conservazione.
 
Nel suo Centro “Giovanni Lilliu”, la Fondazione Barumini ospiterà anche l’edizione 2024 del Premio intitolato a Ludovico Magrini, il fondatore (nel 1965) dei Gruppi Archeologici d’Italia: un riconoscimento assegnato alla personalità che più si è distinta nella divulgazione e promozione dei beni culturali minori e che in quest’anno vedrà premiato l’archeologo, scrittore e volto noto della televisione Umberto Broccoli. Per l’occasione la dottoressa Caterina Lilliu, referente musei e cultura della Fondazione Barumini, terrà una conferenza sugli aspetti più significativi dell’età nuragica. Chiusura in musica con le esibizioni dei cori tradizionali di Gesturi e di Serri.
 
L’altra escursione è in agenda per domenica 13: a circa trenta chilometri da Cagliari si trova Nora, la città più antica della regione, inizialmente più importante dello stesso capoluogo sardo. Abbandonata dopo milleseicento anni di storia, a differenza di Cagliari qui non si presentano i problemi tipici dell’archeologia urbana, e le continue campagne di scavo rivelano costantemente nuove informazioni. Diverse missioni archeologiche, sia italiane che internazionali, sono attive tutt’oggi in vari settori della città con la sua storia punica, romana, vandala e bizantina.

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