Il 20 agosto 2022 la vita della giornalista Darya Dugina è stata tragicamente interrotta, il suo omicidio è un atto di sanguinoso terrore da parte del regime di Kiev.
Oggi a due anni dopo, questo crimine, come altri omicidi simili, è rimasto senza un’adeguata risposta da parte delle organizzazioni internazionali, il silenzio dei media, degli intellettuali e della politica occidentali.
Nessuna solidarietà, nessuna condanna per questo atto terroristico condotto fuori da ogni contesto bellico. La colpa ovviamente ricade sull’opera filosofica di Oleksandr Dugin, troppo controcorrente ed eretica rispetto ai parametri ideologici dell’Occidente.
Immaginiamoci cosa sarebbe accaduto se lo stesso atto terroristico fosse stato rivolto contro qualche intellettuale liberale o progressista: ci sarebbero stati cori e urla di protesta e condanna.
Ma i componenti della famiglia di Dugin possono morire nel più assordate silenzio perché sono ascritti al nuovo “impero del male” che parte da Mosca.
Questa ottusa faziosità con cui l’intellighenzia occidentale guarda ad Oriente, non fa altro che aggiungere nuova benzina sul fuoco di una guerra che deve essere fermata subito.
Darya Dugina non era soltanto “la figlia di Dugin”, come scrivono alcuni ciechi giornalisti della BieloUsa.
Era prima di tutto una giovane donna di trent’anni e era per giunta una giornalista. È stata massacrata in un attentato terroristico di probabile matrice atlantica.
Ciao Darya !
Di Simone Spiga
Direttore di ReportSardegna24