La storia dell’arte isolana, la conosciamo tutti, immobile dal nuragico fino a un Medioevo che arriva fino alla nascita del primo Liceo Artistico isolano, il Foiso Fois, che oggi resta l’unico ente pubblico di formazione artistica, nell’unica città metropolitana e capoluogo di Regione (la seconda più grande del Mediterraneo) da sempre priva di pubblica Alta Formazione Artistica.
Nel ridondante sistema di mercato dell’arte contemporanea, che nel nome del possibilismo, confonde e fonde amatori, dilettanti, improvvisatori occasionali, influencer, produttori e consumatori, dove anche curatori, galleristi, politici e collezionisti si comportano come se fossero artisti produttori che trattano “artisti” come fossero artigiani, avere e coltivare il proprio talento artistico ha un prezzo, nel sud dell’isola questo prezzo sale, perché per studiare arte, concluso il percorso di formazione di base, con la maturità al Foiso Fois, sei costretto a emigrare, per formarti e confrontarti con altre realtà, non sempre si decide poi di tornare nel luogo d’origine, privo di contesto e reale scena artistica, che sia storicamente dialettica, pochissimi collezionisti (tirchi, molto tirchi), qualche Fondazione provinciale che investe sull’arte isolana (che vai a capire cosa voglia dire), gallerie che aprono e chiudono nel giro di pochi anni, e tanta public art.
Davide, nel nome del suo talento, non si è formato a Bologna per fare l’artista alla moda che gira il mondo, e neanche per giocare a fare l’artista da salottino per quattro gatti mummificati, che trattano e s’interessano d’arte contemporanea, perché non avrebbero altri strumenti, in una terra così arida, per circondarsi di giovani e apparire trendy e cool utilizzando la gioventù altrui. Davide rientrato, per identità e vocazione, ha lavorato per la sua terra, si è mosso tra istituzioni, associazioni e amministrazioni politiche dipingendo murales dovunque. L’ultima volta che ho incrociato Davide, è stato lo scorso Luglio, era (come più volte), al fianco e al servizio degli studenti d’Arti Figurative del Foiso Fois, che lavoravano a un progetto sul tema della sostenibilità per due Cabine Enel, su commissione della Lidl di Pirri.
Non l’avevo riconosciuto, era molto dimagrito, immagino quello sia stato l’ultimo lavoro (che ha impostato per gli studenti del Fois, che altrimenti non sarebbero riusciti a terminarlo in una settimana). Da ex studente del Fois, passato per l’Alta Formazione Artistica a Bologna, è sempre stato un sostenitore della causa della pubblica formazione artistica a Cagliari. Da attempato docente d’indirizzo, spesso sono stato in disaccordo con lui, come è giusto che sia, non c’è generazione artistica, che non voglia affermare la propria cultura sulle precedenti, lui ci è riuscito, conservando e innovando memoria e tradizione. Non sapevo che, ci stessimo salutando e incrociando per l’ultima volta, quello che sapevo, oggi lo so più che allora, è che il suo immenso talento artistico è sempre stato al servizio della sua isola, dove ha vissuto da protagonista, con un profilo basso, artista concreto, di poche parole e moltissimi indiscutibili gesti, la sua vita continua con la testimonianza del suo lavoro, da conservare, custodire e preservare.
Doloroso rappresentare da docente, la scomparsa di un prodigio che saluta la scena dell’arte (non solo isolana), a soltanto 38 anni, era insieme ad artisti come Manu Invisible e Tellas, simbolo d’eccellenza generazionale e d’alta formazione artistica a Cagliari, importata nell’isola dall’altrove di Bologna, nel nome della quale ha vissuto d’artista, alfabetizzando l’isola. Con dolore constato, che molti artisti che hanno sostenuto, la legittima istanza, di pubblica Alta Formazione Artistica, stanno lasciando questa terra: Gianluca Floris ci ha lasciato a 57 anni, ci ha lasciato Umberto Di Pilla (senza il quale non sarebbe mai nato il Foiso Fois), lo scorso 8 Marzo ci ha lasciato il genio di Tonino Casula, ci ha lasciato a solo 38 anni Pils che con l’amministrazione d’Assemini ha fatto una rivoluzione a dimensione arte residente, quest’estate Joe Perrino non è stato molto bene (ma è duro a morire).
So che Comune di Cagliari e Accademia di Sassari hanno ripreso a sentirsi per presentare al Miur entro Dicembre, l’istanza per fare nascere una sede distaccata dell’Accademia di Cagliari di Sassari, che facciano presto, comincio a non sentirmi troppo bene, gli artisti muoiono da soli, ma sono ancora più soli se c’è un contesto sociale e culturale, che come se fossero un corpo estraneo, non ne comprende lavoro, talento e ricerca…
di Mimmo Di Caterino