Il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ha sollecitato il Parlamento italiano ad approvare una riforma delle norme sulla diffamazione a mezzo stampa “introducendo finalmente dei forti elementi di dissuasione contro chi utilizza lo strumento delle azioni giudiziarie al solo fine di limitare la libertà dei giornalisti”.
“Le querele intimidatorie sono una spada di Damocle per i cronisti, soprattutto autonomi e freelance che non hanno la copertura di un editore per le ingenti spese legali. Sarebbe il momento che il Parlamento italiano, senza aspettare le direttive della UE, invertisse la rotta per la riforma della diffamazione a mezzo stampa”.
“Chi sbaglia è giusto che paghi, vale anche per l’informazione professionale se si lede l’onorabilità di una persona; ma – ha aggiunto Carlo Bartoli – in Italia il novanta per cento dei procedimenti viene archiviato, e di quelli che vanno a giudizio l’85% finiscono in assoluzioni (come riporta l’Osservatorio Ossigeno informazione). E’ giunto il momento – conclude – di porre un freno a tutto questo, l’Europa lo sta già facendo”.