“Con la delibera sulle commissioni invalidi si discriminano i lavoratori disabili o che hanno familiari con disabilità”, questa la denuncia presentata dalla Segreteria della Fials che ha inviato una nota all’Assessore Reginale alla Sanità e al direttore generale della Asl di Cagliari, Marcello Tidore.
Ecco la nota inviata:
Il Sottoscritto Giampaolo Cugliara, in qualità di Segretario Territoriale di Cagliari dell’associazione sindacale FIALS (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità), che rappresento, ancora una volta si vede costretto a segnalare e contestare il comportamento tenuto dal Direttore Generale della ASL di Cagliari, Dott. Marcello Tidore, il quale apparentemente inconsapevole dei principi che regolano il funzionamento delle P.A. continua a porre in essere comportamenti illegittimi ai danni del proprio personale e dei cittadini È stato infatti con notevole sorpresa e disappunto che lo scrivente, ha appreso attraverso la Deliberazione n 806 del 02/12/2024 che il Direttore Generale della ASL 8 di Cagliari ha approvato “l’adozione del provvedimento finale ai sensi dell’art. 6 della L. 241/1990, integrazione e rettifiche degli elenchi allegati alla Deliberazione n. 629 del 10.09.2024 e costituzione delle commissioni per l’accertamento degli stati di invalidità civile, cecità sordomutismo, handicap e disabilità della Asl di Cagliari“, e fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che la stessa deliberazione, che si ricorda istituisce le commissioni per l’accertamento degli stati di invalidità civile, cecità sordomutismo, handicap e disabilità della Asl di Cagliari, contiene all’interno dell’allegato “a” al sesto comma la seguente disposizione:
“ribadire che i componenti che usufruiscono del beneficio di cui all’art. 3, c. 3, della Legge 104/92 riguardante i permessi lavorativi, ovvero il frazionamento dell’orario di lavoro, possono partecipare alle sedute della commissione esclusivamente all’interno del proprio orario di servizio anche se gli stessi benefici non vengono usufruiti nei giorni in cui vengono normalmente svolte le sedute;“.
Disposizione discriminatoria, in quanto stabilisce che i soggetti disabili o che accudiscono persone con disabilita, facenti parte di queste commissioni, siano discriminati rispetto agli altri componenti delle medesime commissioni, che potranno svolgere il medesimo compito fuori dall’orario di servizio, percependo così un importante riconoscimento economico aggiuntivo.
Detta disposizione oltre che essere illogica è in palese violazione rispetto a due principi cardine che dovrebbero accompagnare l’agire delle P.A., ovvero il Principio di Imparzialità ed il Principio di Legalità, infatti la sopra enunciata disposizione viola il dettato della Legge 104/92, che all’ art. 2 bis così recita:
- “1. È vietato discriminare o riservare un trattamento meno favorevole ai lavoratori che chiedono o usufruiscono dei benefici di cui all’articolo 33 della presente legge, agli articoli 33 e 42 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, all’articolo 18, comma 3–bis, della legge 22 maggio 2017, n. 81, e all’articolo 8 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, nonché di ogni altro beneficio concesso ai lavoratori medesimi in relazione alla condizione di disabilità propria o di coloro ai quali viene prestata assistenza e cura.
- I giudizi civili avverso atti e comportamenti ritenuti discriminatori in base al presente articolo sono regolati dall’articolo 28 del decreto legislativo 1° settembre 2011, n. 150.
- Chi intende agire in giudizio per il riconoscimento della sussistenza di una delle discriminazioni di cui al presente articolo e non ritiene di avvalersi delle procedure di conciliazione previste dai contratti collettivi, può promuovere il tentativo di conciliazione ai sensi dell’articolo 410 del codice di procedura civile.
- Resta salva la giurisdizione del giudice amministrativo per il personale di cui all’articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.”
Ed in ultimo con detta determina la Asl n 8 di Cagliari va in contrasto anche con il Decreto legislativo
- n. 216 del 09 Luglio 2003, che recepisce direttiva Europea 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, nella quale viene stabilito un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
Norme che un Direttore Generale dovrebbe conoscere, ma visto il periodo di confusione che regna all’interno della Direzione della Asl di Cagliari, la F.I.A.L.S si trova costretta a ricordare al Direttore Generale che il Decreto Legislativo n 216 all’art 2, comma 1, lettera “b” cosi dispone: “discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri possono mettere le persone che professano una determinata religione o ideologia di altra natura, le persone portatrici di handicap, le persone di una particolare età (o nazionalità) o di un orientamento sessuale in una situazione di particolare svantaggio rispetto ad altre persone“.
Con ciò, la FIALS invita formalmente il Dott. Marcello Tidore, Direttore Generale della Asl di Cagliari, a provvedere alla revisione immediata della Deliberazione n. 806, al fine di garantire una partecipazione equa e non discriminatoria di tutti i dipendenti.
La FIALS auspica altresì, vi possa essere, una profonda riflessione sull’importante ruolo che le commissioni ASL rivestono nel tessuto sociale e sanitario, invitando la ASL a scegliere per le stesse, idonei professionisti, valutabili per le proprie competenze e non per le personali amicizie, soprattutto se queste ultime risultino essere già incoronate con indennità di incarico, e se sempre alle stesse, siano state già offerte ulteriori opportunità di guadagno aggiuntivo per incarichi multipli di DEC, RUP, etc., quasi a voler significare che alcuni tra i tanti dipendenti della ASL di Cagliari siano dei Superman “super pagati” per ruoli extra assunzione, condizione che probabilmente non permette di svolgere al meglio quelli per i quali sono stati assunti.
La scrivente O. S. chiede, inoltre, un impegno concreto da parte del Direttore Generale nel voler considerare l’opportunità di conferire un solo incarico a ciascun lavoratore e di incrementare il numero di posti disponibili nelle commissioni invalidi al fine di suddividere impegni e compensi tra un numero maggiore di dipendenti che, se dovessero adempiere ad un unico incarico aggiuntivo (come avviene, di norma, in tutte le Aziende Sanitarie), certamente, meglio saprebbero rispondere alle esigenze della popolazione. Si rimane in attesa di sollecito e risolutivo riscontro, senza il quale si procederà in tutte le sedi, nessuna esclusa.