Funerali di stato. Ci stanno? E’ giusto avere delle perplessità. Ma va ricordato che la presenza di Silvio nelle istituzioni politiche e culturali del Paese è stata straripante per trenta anni e di enorme influenza ideologica sulla popolazione, sui suoi usi, sulle sue abitudini.
L’ Italia di oggi, nel bene e nel male, non è quella pre-berlusconiana. Il governo glieli doveva. E non ha senso ricordare che altri non li hanno ricevuti (vedi Pertini). Il lutto nazionale, le bandiere abbassate, è stato invece un eccesso, data la moltitudine di reati, alcuni gravissimi, in gran parte accertati. Un atto di alto valore simbolico, qual è un pronunciamento di lutto nazionale, da richiedere la partecipazione di tutto un popolo non è invece giustificabile perché Berlusconi ha dato mazzate esorbitanti a quell’Italia che lui diceva di amare tanto e che ha contribuito ad impoverire, non certo per suo esclusivo demerito…e non senza l’apporto determinante della UE.
Figlio degli anni ottanta che già avevano raso al suolo con vari personaggi conquiste operaie e popolari, stato sociale, dignità nazionale, la sua comunicazione fondata sulle emozioni intrise di sentimentalismo ha costituito il motore che ha permesso uno stravolgimento del linguaggio televisivo che ha favorito il passaggio, anche attraverso banalità e volgarità, dello spettatore manipolato a fan della sua persona e di conseguenza del suo operare politico. Accanto alle lacrime e al dolore dei suoi ammiratori, e alle perorazioni in sua difesa e alle esaltazioni delle sue pratiche politiche, culturali, sportive, abbiamo assistito dall’altra parte, oltre che critiche adeguate alla sua politica antipopolare contro quel popolo che invece lo osannava, moti di odio, a mio giudizio eccesivo.
Il sottoscritto, gravido di cultura marxista, odia sì ma non la persona, bensì il modello ideologico che esprime la classe elitaria (di cui Silvio faceva parte) fondata sul dominio di classe e sull’annientamento della democrazia e delle condizioni di vita cui è attualmente costretta la popolazione dai diktat della Nato/UE e del governo italico attuale, responsabile, come i precedenti, del declassamento economico, culturale e sociale del “Bel Paese”. E quell’odio verso un’istanza demolitrice della dignità umana deve permanere se si sposa come ideale con una strenua lotta per il benessere della gente cosiddetta “comune” “Non bisogna odiare la persona, ma la classe sociale che rappresenta verso la quale l’odio deve essere incessante”. Così Mao.
Berlusconi fa parte della “razza padrona” e come tale andava combattuto, con lo stesso accanimento che si deve perseguire nei confronti dei Gates, dei Soros e di tanti altri “caimani” che si agitano a loro piacimento nelle acque stagnanti (ma non per sempre) della lotta di classe che come dice il miliardario Buffet è stata finora ampiamente vinta dal Grande Capitale. Berlusconi, si sa, è stato il target per eccellenza per il Pd e affiliati. Il Nemico contro cui riversare l’energia oppositiva. L’assalto contro Berlusconi nascondeva, in realtà, il vuoto politico, la sua assenza di reale opposizione alla razza padrona che, a sua volta, aveva investito in denaro ed in immagine perché il PD diventasse il pilastro della fatiscente Unione Europea e del globalismo gestito dai nuovi profeti del luminoso futuro pandemico e guerrafondaio. Lo scontro contro il “caimano” preludeva al colpo di stato del 2011 di Napolitano che eleggeva Mario Monti a protagonista assoluto del nuovo corso sub-imperiale dell’Italia globalista gestito, tramite Nato/UE, direttamente dagli States. Berlusconi era diventato un nemico per i gestori di un futuro distopico.
E’curioso che il suo licenziamento da Palazzo Chigi sia pressoché contemporaneo alle dimissioni di Benedetto16. Curioso. Come se il globalismo avesse voluto far crollare in uno stesso lasso di tempo due personaggi di alto livello che si sarebbero potuti opporre, con un largo seguito di massa, ad un imponente progetto politico creato dalle più alte sfere del padronato finanziario e che consisteva nell’annientamento della democrazia, dell’autonomia dei tre poteri dello stato, delle libertà civili e sociali finalizzato ad una trasformazione profonda del sistema uomo che approntasse il futuro di un sistema ingegnerizzato in cui l’uomo- macchina subentrasse al vecchio homo sapiens, con un Dna stravolto e facilmente gestibile elettronicamente dalla casta massonica finanziaria, cui sarebbe occorso per conservare il suo potere un enorme depopolamento da perseguire con strumenti che sarebbero stati presentati come scientifici e necessari.
seconda parte a breve
Di Antonello Boassa