Si va verso il ridimensionamento del sistema scolastico isolano in accordo con il piano del Governo Meloni. Un “colpo di grazia” – come ricordato oggi dalla consigliera di Alleanza Rosso Verde, Laura Caddeo – per l’offerta formativa nella regione e, in particolar modo, nelle cosiddette sedi disagiate dell’Isola.
Un tema, al momento, che dalle parti della Giunta ha richiamato solo l’attenzione dell’assessore Andrea Biancareddu, intervenuto lo scorso mese di maggio per stigmatizzare il nuovo piano di Dimensionamento scolastico proposto dal Governo Meloni su impulso dell’Unione europea.
“Pochi giorni fa – si legge nella mozione sottoscritta dai consiglieri regionali di Alleanza Rosso Verde, del Partito democratico e del Movimento 5Stelle – i Ministeri dell’Istruzione e dell’Economia hanno definito per decreto, dopo il mancato accordo con la Conferenza Stato/Regioni sulla riforma delle modalità e dei criteri di definizione del dimensionamento della rete scolastica, il numero di scuole autonome da sopprimere. In Sardegna, in virtù dei dei nuovi criteri, il contingente organico dei dirigenti scolastici passerà da 228 unità a 220 nell’anno scolastico 2026/2027, con l’ovvia conseguenza della diminuzione delle scuole”.
Ridimensionamento, per Laura Caddeo, prima firmataria della mozione, che innescherà “una serie di ricadute negative sul sistema scolastico sardo, su chi ci lavora e su chi ne fruisce”. A farne le spese per l’esponente del Consiglio sarà in primo luogo l’organizzazione didattica “che potrà essere disseminata su più Comuni” e la qualità dell’offerta formativa. “Inoltre – prosegue – la polarizzazione della popolazione scolastica verso i centri scolastici favorirà la dispersione scolastica e, alla lunga, l’ulteriore spopolamento delle zone interne dell’Isola”.
Da qui la genesi della mozione, ovvero spingere la Giunta regionale a confrontarsi con il Governo Meloni affinché – si legge nella nota della consigliera – “le disposizioni sul dimensionamento scolastico tengano conto di peculiarità sarde come denatalità, spopolamento, dispersione scolastica nonché delle caratteristiche geografiche e della rete viaria, in particolare nelle aree interne e disagiate”.
Per Laura Caddeo, consigliera proveniente proprio dal mondo dell’istruzione, “vanno modificati gli attuali parametri per il mantenimento di un’autonomia scolastica: non si può prendere in considerazione solo quello numero degli alunni e tralasciare le caratteristiche di un territorio: pil, disoccupazione, viabilità , situazione dei trasporti, attivismo socio culturale e sportiva, supporto dal terzo settore, servizi per la primissima infanzia, dati sulla criminalità”.