Capita, a un docente pubblico, con velleità artistiche come me (Cocteau diceva a Picasso che nella vita bisogna essere prima uomini, eventualmente artisti postumi), di confrontarsi con il proprio inconscio, dove in un territorio d’autonomia di tutti (autonomi sono: le Regioni, i Comuni, le provincie, le aree metropolitane, le scuole, i collegi, i dipartimenti, i consigli di classe, gli stessi docenti nei dipartimenti, gli studenti e anche i loro genitori, etc.), si finisce per ritrovare, come unico mentore, la consapevolezza.
La si trova nel proprio inconscio come unico guardiano, un ventre di balena che inghiotte per fare germinare il Sé. L’area di Cagliari città metropolitana dove, insegno da ventitré anni sempre e solo al Foiso Fois (prima da precario e poi da docente di ruolo), è stata pancia della mia balena.
Sondando gli irrisolti di Cagliari mi sono confrontato con i miei, con la sensazione di ritrovarmi sempre al punto di partenza o d’arrivo (il cerchio dell’uroboro, il serpente che si morde la coda o se preferite lo zero che origina il tutto) e, rispetto alle problematiche didattiche e dialettiche, nell’arte contemporanea, della formazione e dell’Alta Formazione Artistica, ho affrontato guardiani e draghi.
Ora è arrivato il momento di tornare. Cagliari è stata (ed è) una tappa importantissima, nodale e fondamentale per conoscere il mio vero Sé, il percorso per la maturità artistica è un pochino più lungo e postumo, mi sentirò eternamente studente che ha qualcosa da comprendere e recuperare. La mia maturità di docente comincia adesso: idealmente, mi diplomerò insieme ai miei studenti di quinta del Foiso Fois, per poi, come quelli che vorranno inseguire vocazione e talento nelle arti maggiori, emigrare verso altri lidi metropolitani.
Qualcuno andrà l’anno a Bologna, a Catania, a Firenze, anche a Napoli, dove c’è una Reale Accademia dal tempo dei Borboni, sarà questo l’ultimo anno che questo accadrà? Programmaticamente, entro Dicembre 2023, dovrebbe nascere, nel nome del Sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu e, del compianto Antonio Bisaccia che, lascia un vuoto incolmabile per l’impegno profuso a favore dell’alta formazione artistica e dell’Accademia di Belle Arti di Sassari, la tanto attesa Accademia di Belle Arti di Cagliari come sede distaccata di quest’ultima.
L’Alta formazione artistica Cagliaritana sarà necessaria ad allineare l’isola alla vocazione dei suoi talenti per far si che le nuove generazioni, possano liberamente decidere cosa fare della propria vita senza coltivare rimpianti e facendo capo esclusivamente a sé stessi. Senza un’Alta Formazione Artistica a Cagliari, intelligenze che sento vicine alla mia , in un momento così complesso della propria crescita e della propria ciclica formazione e autodeterminazione, saranno sempre costrette a disconoscere le proprie passioni e le proprie potenzialità. In questi miei ventitré anni trascorsi al sud dell’isola, l’assenza dell’Alta Formazione Artistica a Cagliari ha rappresentato, per me, un vuoto inconcepibile e irrazionale che mi ha spinto ad arrivare dove sono oggi studiando le radici storiche e sociali da “isolato” come solo un isolano può essere. Questa esperienza di vita mi è stata offerta nel nome di una specializzazione professionale che, in questa parte di pianeta ancora non esiste e che la città di Cagliari ha tentato di sostituire con artisti autodidatti, artisti per diletto, per fede, per spiritualità, meditazione, Santi Patroni come Sant’Efisio, gastronomia, aperitivi e alcool, shopping, sport, social e commiserazioni, forme determinate a partire da un grande vuoto immobile nel tempo, proprio a partire dal Foiso Fois è stato possibile intravedere finalmente una rinascita artistica.
Lascerò una Cagliari artisticamente matura e fuori dal tempo poiché, a Cagliari come altrove, non c’è universo che non si generi dal nulla e, questo vale anche per la dialettica e la didattica dell’arte contemporanea e, il suo direzionarsi dal sud dell’isola verso i tanti altrove possibili.
Di Mimmo Di Caterino