Seconda tappa della protesta itinerante per il diritto alla salute nella Barbagia Mandrolisai, che stamattina è approdata in piazza Molino a Desulo.
La manifestazione coordinata dall’associazione Sos Sanità Barbagia Mandrolisai, attiva da anni nel territorio, tocca i punti nevralgici dell’emergenza sanità in un territorio lontano dai principali ospedali e poli sanitari dell’isola e con pessimi collegamenti: dal depotenziamento dell’ospedale di Sorgono che mette in pericolo la vita dei cittadini che si trovano ad avere un’urgenza, alla mancanza di medici di base, all’assenza totale di un pediatra negli undici paesi del territorio.
“Vivo a Desulo che è un paese di oltre 2mila abitanti. Non c’è un pediatra e non ci sono più i tre medici di base – spiega Antonella Zanda – Ora abbiamo l’Ascot con un servizio pessimo: gli anziani passano delle intere giornate in fila per una ricetta o per una visita e questo non è tollerabile. Io stessa vivo una situazione di disagio: ho una bambina che necessita di cure e mi trovo spesso ad affrontare dei viaggi a Nuoro per andare da un pediatra a pagamento. Puoi anche trovare un pediatra nel servizio pubblico ma devi fare comunque molti chilometri. Continueremo a protestare finché non si ripristina il diritto alla salute anche per chi non abita nei grandi centri”.
La protesta, che da mesi vede un presidio fisso all’ospedale San Camillo di Sorgono, è diventata itinerante la settimana scorsa partendo da Tonara e approdando oggi a Desulo. Cittadini, comitati e amministratori difendono l’ospedale San Camillo di Sorgono, gli specialisti del distretto sanitario del Mandrolisai e la medicina territoriale.
“Teniamo un faro acceso nei nostri paesi e con la nostra popolazione che dopo anni di disagi è molto demoralizzata – afferma Bachis Cadau dell’associazione Sos Sanità Barbagia Mandrolisai – La carenza di medici che non vengono in questo territorio di frontiera è l’emergenza da affrontare ma va affrontata subito. E’ quello che chiediamo adesso alla politica regionale. Noi non ci arrenderemo e non staremo zitti: la prossima settimana saremo ancora in un altro paese del territorio finché risposte adeguate non arriveranno”.