A Cagliari è stato presentato il libro “Rabbino, posso farle una domanda?” alla presenza dell’autore, il rabbino Haim Cipriani, che con la sua lunga esperienza di rabbino e insegnante, risponde a domande che spaziano dalla teologia e filosofia ebraica fino ai rituali, alla storia e alle relazioni umane.
Siamo andati anche noi a trovare il rabbino presso la libreria Paoline di via Garibaldi. Ci siamo andati per porre anche noi la nostra domanda, come diceva la locandina. Ma la nostra domanda non è piaciuta e siamo stati seguiti fino alla porta d’ingresso (o d’uscita, dipende dai punti di vista) per farci sapere che i giornalisti, si perché la nostra presenza era a titolo giornalistico, non sono ben accetti se hanno opinioni differenti.
Anzi dirò di più, se fai notare le contraddizioni del loro pensiero, vieni etichettato ‘militante di estrema destra’ che per la società ebraica è l’insulto peggiore che si possa fare. Ma noi siamo giornalisti liberi e facciamo domande rispettando l’opinione di chiunque, perché l’Italia è una repubblica democratica, dove vige la libertà di pensiero, la libertà di stampa…. Il diritto di cronaca… Quella cronaca che deve raccontare cosa si dicono 4 amici in libreria, una libreria pubblica, ingresso libero… forse… Ma cosa abbiamo chiesto da suscitare una reazione così pesante?
Abbiamo chiesto al rabbino cosa ne pensasse del post che qualche settimana fa è apparso sulla pagina di Mario Carboni, presidente dell’ associazione “Chenàbura-sardos pro Israele” che ha organizzato l’evento col rabbino.
Il post era quello in cui ci si augurava la distruzione di Gaza, Gaza delenda est: recitava il post. Quello stesso post che anche la Presidente Todde ha condannato, e la presidente Todde non ha nulla di estrema destra.
Al momento della domanda posta da Simone Spiga, la “giornalista” Alessandra Addari ha provato a censurare, cercando di interrompere la riflessione, non riuscendo nel suo obiettivo.
Però a conclusione della presentazione, il secondo fatto grave è avvenuto quando, un rappresentante dell’associazione “Chenàbura-sardos pro Israele” ha seguito fino all’uscita della libreria il nostro Direttore, tentando di intimidirlo con parole tipo: “noi non veniamo ai vostri (?) eventi perché rischiamo la vita….” Cosa voleva dire esattamente??
E il rabbino quando dice che non ha senso dialogare con chi non cambia idea e rimane sulle proprie posizioni, si è reso conto che le posizioni dei sionisti sono presuntuose, fanatiche e spocchiose e addirittura i suoi adepti invitano a stare lontani dai loro eventi, a parte la giornalista Addari che si dimentica che il nostro giornale è presente a quasi tutti gli eventi promossi dall’associazione di cui fa parte.