“Gentile presidente, le scrive un sardo che subisce, come molti altri, i disservizi e i ritardi della sua compagnia.
Del servizio indispensabile che dovrebbe garantire un regime di continuità territoriale efficiente e regolare ai residenti, ai pendolari, ai lavoratori della Sardegna”.
Comincia così una lettera aperta, pubblicata su Facebook dallo scrittore sardo Matteo Porru e indirizzata ad Antonino Turicchi, presidente di Ita Airways, dopo alcuni ritardi nei voli e a fronte della minore disponibilità di collegamenti per la stagione invernale (peraltro prevista dagli oneri di servizio pubblico).
“Non le scrivo per criticarla, perché le critiche sono evidenti. Le scrivo perché stiamo raggiungendo il limite massimo dell’esasperazione – si legge – La mobilità da e per la Sardegna è compromessa come non mai. Il trasporto, per questa regione, per la nostra gente, non è solo necessario, ma un atto dovuto che voi, come le altre compagnie che operano in continuità territoriale, avete l’onere di garantire nel miglior modo possibile. Quello che abbiamo è di gran lunga fra i peggiori.
Credo si possano trovare, in tempi più che ragionevoli, delle soluzioni proficue per tutti. La prima a cui penso è l’apertura di una base negli scali di Cagliari e di Alghero, come già fanno Volotea e Aeroitalia”.
Porru sottolinea che la sua è “una richiesta di aiuto”.
“Vorrei farle capire la sensazione di lontananza e di sofferenza che si prova ogni volta in cui il diritto alla mobilità viene leso, o compromesso a vari livelli, ma temo non la capirebbe – spiega nel suo appello – Faccia il possibile, tutto il possibile, per assicurare al milione e mezzo di abitanti in Sardegna, e ai tantissimi sardi che vivono nella penisola o all’estero, la certezza che il viaggio non sia un supplizio ma un servizio. Faccia di tutto per eseguire e rispettare questa esigenza, questo diritto costituzionale che Ita Airways deve impegnarsi ad assicurare e a soddisfare non bene, ma al meglio.
Non abbiamo mai voluto polemiche, non abbiamo mai voluto discussioni. Vogliamo solo viaggiare, andare a casa, tornare a casa. Ci dia le ali migliori per farlo”.