È passato più di un anno dalla fermata totale degli impianti della fonderia di San Gavino Monreale della Portovesme srl e ad oggi la situazione è peggiorata.
“Siamo venuti a conoscenza dell’invio di lettere di preavviso di licenziamento per 13 lavoratori di una ditta esterna che operava nello stabilimento, riguardanti delle figure storiche e indispensabili per la manutenzione dello stabilimento – fa sapere la Rsu della fabbrica – Questa azione non può che far aumentare la paura e la preoccupazione dei 50 lavoratori diretti e indiretti interessati perché, come ci insegna la storia, si parte sempre dall’anello più debole.
A oggi non si conosce ancora quale sia il loro futuro, delle loro famiglie e dello stesso stabilimento”.
Per questo, in attesa di una convocazione da parte della Regione, i lavoratori sono pronti a una nuova battaglia “per dar voce alla vertenza che continua ad essere in stand-by da troppo tempo”.
La Rsu ricorda, infatti, che i tavoli tecnici avviati nell’estate 2023 tra Glencore (multinazionale proprietaria degli stabilimenti a Portovesme e San Gavino), governo, regione e sindacati “non hanno portato soluzioni per i due stabilimenti.
Quello che prima era il fiore all’occhiello delle lavorazioni metallurgiche non ferrose in Italia, al punto di essere dichiarato d’importanza strategica nazionale, ora vede impegnata una forza lavoro ridotta a minimi termini, con la maggior parte degli impianti fermi o in marcia a regime ridotto. Purtroppo, visto anche il silenzio totale riguardo alla tanto acclamata riconversione (che non prevede nessun ruolo per lo stabilimento di San Gavino Monreale) le previsioni per il futuro diventano sempre più incerte e nere e non si intravede un minimo spiraglio di luce”.
Per il sindacato “non è più tempo di attese: le famiglie e i sogni di una sistemazione dei lavoratori non possono più aspettare i tempi biblici della politica, e per questo chiediamo che il nuovo governo regionale prenda in mano la situazione”.