“Non pensare che una fabbrica di bombe a Domusnovas non abbia nulla a che fare con la pulizia etnica in Palestina, con la guerra in Ucraina e con la chiusura di ospedali e scuole in Sardegna”, con queste parole inizia il comunicato che annuncia una mobilitazione promossa per sabato 13 gennaio davanti all’industria miliare della Rwm di Domusnovas.
“L’RWM è in accordo con l’industria bellica israeliana dal 2021, produce bombe come quelle che vedi oggi sganciare sul popolo palestinese. Amministratori, direttori, operai, sono tutti incatenati a questa macchina di guerra, mentre i finanziamenti pubblici vengono sottratti a scuole e ospedali per finanziare guerre che noi non vogliamo”, prosegue la nota.
“Per incontrare i responsabili dei massacri in corso, a cominciare dal genocidio di Gaza, non serve andare lontano: nel sud della Sardegna, in un area al confine tra i comuni di Domusnovas e Iglesias, c’è una fabbrica che produce gli ordigni micidiali che mietono strage tra le popolazioni. Lo stabilimento appartiene a RWM Italia Spa, società di proprietà della multinazionale tedesca degli armamenti Rheinmetall, che lavora anche per conto della multinazionale degli armamenti israeliana UVision Air Ltd, per la quale produce i micidiali droni killer della serie Hero”, incalzano i militanti filopalestinesi.
“La RWM, rappresenta quindi un’articolazione fondamentale dell’industria militare multinazionale, con interessi in tutti i paesi cosiddetti “occidentali”, a cominciare da Israele, che si arricchisce grazie ai conflitti e ai massacri che alimenta. Ma come si è arrivati, nel giro di pochi anni, a questa situazione tragica e intollerabile?” … “La resistibile ascesa di RWM nel Sulcis è iniziata nel 2010, con l’acquisizione dello stabilimento di Domusnovas-Iglesias, che all’epoca era ancora in buona parte dedicato alla produzione di esplosivi per applicazioni civili (cave e miniere). Nel volgere di pochi anni ha soppresso la produzione civile e ha interamente riconvertito lo stabilimento alla produzione militare: bombe per aereo, mine marine, proiettili per artiglieria”, prosegue la nota.
“RWM si è rapidamente aggiudicata enormi commesse di bombe per aereo dirette verso i suoi principali clienti, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (circa 20.000 bombe per un valore di 400 milioni di euro!) che, a partire dal 2015, le hanno utilizzate per massacrare la popolazione dello Yemen. Questo business osceno è oltretutto in contrasto con la legislazione italiana che, a cominciare dalla Costituzione, proibisce la fornitura di ordigni verso paesi in guerra! Ciò nonostante i governi italiani hanno autorizzato le esportazioni di bombe RWM per oltre quattro anni, sino al luglio 2019, quando in seguito alle proteste, il governo ha prima sospeso e poi annullato le licenze di esportazione”… “Le forniture di guerra hanno consentito a RWM di decuplicare il fatturato (passato dal 2012 al 2022 da circa 20 a circa 200 milioni di euro), un aumento che non ha portato però a un significativo aumento del personale occupato (secondo i bilanci aziendali i dipendenti dello stabilimento sono passati da 67 nel 2012 a 98 nel 2022). In contrasto con la realtà e con gli stessi bilanci aziendali i dirigenti RWM si vantano di occupare molte centinaia di lavoratori. Numeri inverosimili utilizzati per rendere più accettabile la loro orrenda produzione”, denunciano gli aderenti al Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina, che si sono ritrovato questa mattina proprio davanti ai cancelli dela Rwm.