La sua vita finora non le ha risparmiato sfide complicate.
Sin da quando era una bambina di dieci anni e ha sofferto per il dolore della perdita della madre e insieme per l’addio al suo piccolo paese dell’Alta Marmilla, Usellus, meno di 800 abitanti in provincia di Oristano. Ma a Mariafrancesca Serra, oggi 41enne e neoeletta presidente nazionale di Coldiretti Donne, le sfide non hanno mai fatto paura. “Dopo aver lasciato la mia casa in paese, ho vissuto e studiato a Cagliari, mi sono laureata in Ingegneria e Architettura”, racconta all’ANSA.
E poi i master e le esperienze professionali in Italia e all’estero: Vienna, Roma e pure il Giappone. “La mia vita si divideva tra la professione di ingegnera e l’interesse per le questioni aziendali, che ho sempre seguito seppur a distanza – ricorda Serra -. Fino a che la mia vita non è cambiata di nuovo con l’aggravarsi della salute di mio padre. Ho deciso, così, di tornare a Usellus: in azienda era stato deciso di ridurre il carico di bestiame e si pensava addirittura di vendere. Non potevo permetterlo e ho detto no!”. “Ho deciso di entrare in azienda nonostante la contrarietà di mio padre che temeva non riuscissi più ad adattarmi alla vita del paese, io che fino ad allora avevo vissuto in città, a contatto con la modernità”, confessa.
Ma le paure del padre di Mariafrancesca non riguardavano solo l’adattamento: “Pensava che una donna, per di più giovane, avrebbe avuto molto difficoltà in un mondo come quello agro-pastorale sardo e aveva ragione. Purtroppo molte persone ancora pensano che le donne non possano stare in un’azienda agricola, tantomeno guidarla”. La sfida era grande e la nuova presidente nazionale di oltre 200mila donne contadine e allevatrici in Italia, ha deciso di affrontarla. “Non mi sono fatta condizionare – sottolinea fiera – e sono orgogliosa di andare ogni giorno in azienda a fare il mio lavoro, è una sfida sia per me, ma anche contro il pregiudizio che sia sulle donne”.
Mariafrancesca oltre al punto di vista femminile, in azienda ha portato anche l’innovazione: “Con i miei studi e le mie esperienze ho voluto trasferire in azienda la fotografia di un mondo che cambia, abbiamo introdotto tecnologie che pur mantenendo le tecniche di allevamento tradizionale che ho imparato da mio padre, ci aiutano a migliorare l’efficienza e la sostenibilità dell’azienda, come l’allevamento di precisione e diversi progetti sulla riduzione della CO2”. Ora l’ennesima sfida, alla guida di Coldiretti Donne, che l’ha scelta per il suo esempio di tenacia e passione, i suoi obiettivi sono già segnati: “Saremo al lavoro per superare le tante difficoltà che incontrano le donne in campagna – promette – soprattutto quelle più giovani, a partire, ad esempio, dalla scarsa tutela soprattutto nell’ambito della maternità dove il sostegno è davvero irrisorio”.