Ancora tensione e aggressioni ai danni degli agenti della polizia penitenziaria nel carcere di Uta.
Due gli episodi avvenuti tra domenica e lunedì scorsi.
Nel primo caso un detenuto ha minacciato e sputato contro i poliziotti responsabili di averlo svegliato per il controllo delle inferriate; ieri sera, invece, altri due carcerati hanno appiccato un incendio in cella e poi hanno aggredito gli agenti.
Lo denuncia il sindacato Sappe attraverso il segretario per la Sardegna Luca Fais: “Sono stati momenti ad alta tensione quelli vissuti nelle ultime ore – afferma il sindacalista -.
Domenica il detenuto ha sputato al personale reo di averlo svegliato e nei giorni precedenti aveva minacciato gli agenti”.
Poi l’episodio di ieri dove “due detenuti hanno appiccato un incendio nella propria cella con un fine ben preciso: ovvero, una volta intervenuto il personale, nascondendosi nel bagno, hanno teso un’imboscata agli agenti, armati di pentole ed oggetti atti ad offendere.
Successivamente, spostati di Sezione, hanno cercato ancora una volta di aggredire i poliziotti. Uno degli agenti è stato morso”.
Secondo Donato Capece, segretario generale del Sappe, servono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario”. La soluzione per Capece potrebbe essere “la dotazione del taser, lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione”.