Quando arrivò per la prima volta a Venezia, Domínikos Theotokópoulos, in arte El Greco, aveva 26 anni. Il pittore, scultore e architetto greco, vissuto in Italia e in Spagna, tra le figure più importanti del tardo Rinascimento spagnolo, considerato il primo maestro del Siglo de Oro, intrattenne con il nostro paese un rapporto speciale.
Questo legame artistico, oltre che affettivo, sarà uno dei tanti aspetti che illumineranno l’inedito progetto espositivo dedicato al maestro, in arrivo per la prima volta a Milano. Dall’11 ottobre all’11 febbraio gli spazi del piano nobile di Palazzo Reale ospiteranno il percorso intitolato El Greco, promosso dal Comune di Milano e prodotto da Palazzo Reale e Mondomostre con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia.
L’esposizione, curata da Juan Antonio García Castro, Palma Martínez – Burgos García e Thomas Clement Salomon, accoglierà 40 opere del maestro cretese, inclusi prestigiosi prestiti nazionali e internazionali, come i celebri San Martino e il mendicante e il Ritratto di Jeronimo De Cevallos del Museo del Prado, le due Annunciazioni del Museo Thyssen-Bornemisza, il San Giovanni e San Francesco delle Gallerie degli Uffizi.
Per la prima volta arriveranno in Italia opere straordinarie provenienti da istituzioni ecclesiastiche, quali il Martirio di San Sebastiano della Cattedrale di Palencia, l’Espulsione dei mercanti dal tempio della Chiesa di San Ginés di Madrid e l’Incoronazione della Vergine di Illescas.
La mostra sarà soprattutto un’occasione unica per scoprire l’opera dell’artista alla luce delle ultime ricerche sul suo lavoro e per approfondire il rapporto tra El Greco e il belpaese. L’appuntamento milanese è il frutto di una innovativa riflessione storico-critica che rivolge l’attenzione all’impatto dei modelli italiani sulla formazione dell’artista, mentre ampio spazio sarà dedicato all’interpretazione dell’ultimo periodo toledano.
Ciascuna sezione del percorso, oltre a offrire una precisa ricostruzione storico-biografica, è pensata in modo da tenere costantemente vivo l’interesse del pubblico per i luoghi nei quali El Greco ha vissuto. Non mancano i confronti con la grande pittura romana e veneziana che lasciano emergere il potente tema del labirinto, a sottolineare come la vita di El Greco sia stata una sorta di immenso romanzo di formazione ambientato tra le capitali culturali del Mediterraneo.
Riprendendo il mito di Arianna, il labirinto diventa una metafora per approfondire l’evoluzione artistica, tematica e tecnica che El Greco sviluppa partendo dal suo viaggio. Nel percorso faranno capolino maestri come Michelangelo, Parmigianino, Tiziano, Correggio, Tintoretto, i Bassano scelti da El Greco come modello e che grande influenza ebbero nella sua pratica artistica. L’esposizione affronterà anche il tema del cambio di scala del pittore che in terra italiana preferì dipingere per lo più opere di piccolo formato come il Trittico di Modena o l’Adorazione dei Magi del Museo Lázaro Galdiano di Madrid.
Tra Roma e Venezia l’artista apprese la lezione dei grandi maestri italiani mutando irrimediabilmente la sua arte. Il rapporto con l’Italia donò al suo pennello uno stile originalissimo che lo rese una delle figure più peculiari dell’arte tra il Cinquecento e il Seicento.
La prima sezione del percorso affronta gli esordi del pittore nel circolo della produzione cretese di icone e il suo successivo apprendistato a Venezia e poi a Roma, una tappa importante durante la quale il pittore abbandona la “maniera greca” propria dei madonnari. Seguono il dialogo tra le opere di El Greco e quelle dei suoi “maestri”, e poi la prima fase del suo lavoro a Toledo come pittore di scene religiose e dipinti devozionali. Nell’ultimo periodo della sua esistenza il pittore torna al sistema compositivo delle icone della sua isola, Creta, sviluppando una produzione caratterizzata da un’introspezione profonda.
A chiudere questo viaggio sarà un omaggio al Laocoonte, capolavoro tardivo e geniale con i suoi messaggi ancora oggi non completamente interpretati.