Elezioni. Enrico Lai: “Rifondazione Comunista c’è con orgoglio, con la propria storia e col proprio simbolo”

“Abbiamo presentato presso la Corte d’Appello del tribunale di Cagliari il simbolo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea che sarà presente alle prossime elezioni regionali del 25 febbraio. Abbiamo deciso di sostenere attraverso un accordo elettorale cha abbiamo definito “desistenza” la nostra partecipazione nella “coalizione sarda” di Renato Soru incentrato su un reddito minimo garantito contro la disoccupazione e l’inoccupazione, la dismissione delle basi militari e la pubblicizzazione del comparto energetico in capo alla transizione energetica”, afferma in una nota sui social Enrico Lai Segretario regionale del PRC.

“Qualche giorno fa abbiamo fatto un appello a tutto l’arco del parlamentino sardo per individuare un’adesione tecnica di una/un consigliera/e regionale per esentarci dalla raccolta firme imposta da questa legge elettorale truffaldina che limita fortemente l’espressione politica delle forze più piccole come la nostra. Legge avversata a suo tempo da noi anche in consiglio regionale per evitare una raccolta firme spropositata in tutta la Sardegna” …”Sancendo quasi di fatto l’esclusione di una forza politica storica come la nostra che porta in dote anni di battaglie storiche su Costituzione, diritti e proposte politiche per i più deboli della società sarda”.

“Ringraziamo l’onorevole Pietro Moro per averci dato quest’opportunità e rivendichiamo nella chiarezza questo risultato politico di adesione democratica a cui altri si sono sottratti. Ci saremmo aspettati un’adesione principalmente dal cosiddetto “campo largo”, perché riteniamo che il termine “democratico” non sia un semplice appellativo nominale ma bensì una pratica fattiva nell’azione politica quotidiana; così non è stato e lo rimarchiamo fortemente”, prosegue la nota di Lai.

“Da 15 anni Rifondazione Comunista nelle elezioni regionali non si presenta in chiaro col proprio simbolo ma sempre all’interno di aggregazioni più ampie, perché pensiamo che Rifondazione debba essere, per l’oggi ma anche per il domani, “colla” e “lievito” per costruire l’alternativa in Sardegna e in Italia. Questo abbiamo fatto e continuiamo a fare. Quindi, chi disconosce l’elemento della rottura di Renato Soru nel merito delle questioni politiche e nell’ambito del bipolarismo, mente sapendo di mentire. Con noi in maggioranza dal 2004 e con lui Presidente abbiamo difeso la nostra terra dai “mattonari continentali” con il Piano Paesaggistico a difesa delle nostre coste, così come la pubblicizzazione dell’acqua, la cacciata degli americani da Santo Stefano e con i programmi contro la dispersione scolastica e per l’alta formazione”, prosegue la nota del Segretario di Rifondazione.

“Abbiamo lavorato anche questa volta alla costruzione di una soggettività più ampia possibile. Questo è stato possibile perchè non sono state disconosciute le sensibilità politiche in campo, tant’è che ad oggi buona parte di quello schieramento originario con cui lavoravamo ha deciso di unirsi a noi facendo altre scelte lasciando di fatto ad altri il campo della mera testimonianza personalistica autoreferenziale. Abbiamo provato sino all’ultimo a proporre nell’ambito del “secondo polo” una consultazione interna col principio di “una testa un voto” con un risultato “vincolante” per tutte e tutti per dirimere le controversie e questo non è stato possibile perchè questa nostra proposta non è stata accolta da chi si fregia oggi di essere il depositario unico della verità indiscussa e anche indiscutibile. Noi non siamo e non vogliamo ricadere in quel “campo largo”, di fatto figlio di accordi sovraregionali con cui abbiamo rotto in termini politici anche anni fa su una riforma sulla sanità e dei servizi pubblici essenziali distruttiva, e dall’altro a una testimonianza autoreferenziale senza nessuna incidenza nei processi di governo decisionali per le sarde e i sardi”.

“Tentammo 5 anni fa di costruire un percorso con un candidato presidente che avremmo auspicato oggi collaborasse al percorso d’alternativa piuttosto che si cimentasse in una mera critica del tutto non proporzionale al risultato elettorale ottenuto. Un vero voto di sinistra oggi si muove nel campo di rottura dagli schieramenti e dall’alternanza apparentemente incontrastabile tra FDI-LEGA e PD-M5S i quali, nella sostanza, si muovono sulla stessa frequenza. Ad oggi Renato Soru viene attaccato perchè non è uno allineato allo schema bipolare del potere e dell’alternanza propugnata e chi la pensa diversamente va screditato sul piano politico e personale senza evidenti motivi. Per questo, da comunisti e da diversi sul piano politico, continuiamo a navigare controcorrente portando un pezzo di giustizia sociale e di vera sinistra nel panorama politico sardo”, conclude Enrico Lai, Segretario PRC Sardegna

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