Emergenza carcere Nuoro, task force per controllo territorio

Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Nuoro è stato convocato dal prefetto Giancarlo Dionisi all’interno del carcere di di Badu ‘e Carros per esaminare le diverse problematiche, denunciate dai sindacati degli agenti penitenziari nelle scorse settimane e che ora avranno una corsia preferenziale per arrivare sul tavolo del ministero della Giustizia.

Inoltre sarà creata una task force per rafforzare il controllo nel territorio.

Al centro del tavolo – al quale hanno partecipato anche la direttrice del carcere, Patrizia Incollu – la carenza del personale penitenziario (attualmente sono solo 60 gli agenti in servizio) e le lacune strutturali dell’edificio che necessita di una ristrutturazione.

Criticità che, nel febbraio scorso, hanno portato all’evasione del boss della mafia garganica Marco Raduano, tuttora latitante. Nel corso dell’incontro si è anche parlato della massiccia presenza di detenuti della criminalità organizzata e mafiosa e della possibilità di richiedere dei trasferimenti.

“Nei prossimi giorni mi farò portavoce di queste istanze con il ministero della Giustizia – ha spiegato il prefetto – Ma, d’accordo con le forze dell’ordine e con la procura, rafforzeremo l’attività informativa e investigativa con la costituzione di una task force coordinata dal Questore di Nuoro, dai colleghi dell’Arma e della Polizia Penitenziaria e il coordinamento dalla procura di Nuoro e dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari”.

“Abbiamo approfondito le questioni legate all’esiguo numero di agenti penitenziari – ha spiegato Dionisi alla fine dell’incontro -, ma anche i problemi strutturali dell’edificio che hanno bisogno di una ristrutturazione seria e la necessità di un avvicendamento nel carcere di detenuti della criminalità organizzata e mafiosa. Bisogna ridurre questa presenza perché qui c’è il serio pericolo di infiltrazioni mafiose in Barbagia, legate alla presenza dei parenti che diventano stanziali sul territorio fino ad alimentare possibili saldature col crimine sardo”.

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