Emozioni, ritmo e classe senza tempo con tutto il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica a ballare e a cantare in coro con lui i successi di un carriera straordinaria intrecciata con la storia del suo Paese.
E’ finita come una grande festa la trionfale serata romana di Gilberto Gil del tour ”Aquele Abraco”, annunciato come la probabile ultima avventura europea di uno pilastri della musica brasiliana.
A rendere speciale l’ atmosfera ha contribuito la presenza massiccia di connazionali tra gli spettatori che lo hanno acclamato senza sosta, fino al tripudio dei bis con il brano che dà il titolo al tour e Toda Menina Baiana. Più di 60 album e nove Grammy Awards, ambasciatore per la pace Unesco e Legion d’Onore in Francia, Gil non dimostra i suoi 81 anni, impeccabile alla chitarra nella prima parte più intima riservata al samba, tra jazz, reggae e bossa nova in cui spiccano le pietre miliari di Garota de Ipanema e Moon River affidate alla voce della nipote Flor.
Nel racconto musicale raffinato di oltre un’ora e mezza l’artista ricorda gli snodi della sua vicenda personale, le tre canzoni scritte dopo l’arresto e la detenzione durante la dittatura militare – stessa sorte toccata a Caetano Veloso, l’altro padre del Tropicalismo che proprio una decina di giorni fa si è esibito nella Cavea dell’ Auditorium – e ‘Back in Bahia’, composta dopo il ritorno in patria dall’esilio a Londra.
‘No woman no cry’ è l’omaggio a Bob Marley con cui ha collaborato e ‘Touche pas’ scritta in francese per il movimento Sos Racism.
”Bravo ministro”, gli urla uno spettatore ricordando la sua esperienza alla Cultura nel governo Lula. Il ritmo sale, Gil e i tre giovani musicisti della band puntano verso il finale.
”Voglio sentire tutti cantare” incita il cantante e il pubblico risponde lasciando le poltrone per circondarlo sotto il palco e cominciare a ballare. Tra i brani travolgenti del bis spiccano i versi in italiano di A Novidade, ”quanta disparità, il mondo diviso in due metà, da un lato carnevale, dall’altro fame totale”. Tutti in piedi emozionati ad applaudire a braccia alzate il maestro. ”Muito obrigado, grazie Roma”.