Nei giorni scorsi a Bauladu e Thiesi si sono svolte alcune assemblee con sindaci e rappresentanti dei comitati
territoriali del Sarcidano, dell’Anglona, del Meilogu, del Sulcis, della Marmilla, del Medio Campidano, del
Nuorese e dell’Ogliastr per opporsi all’installazione incontrollata di mega-impianti eolici in tutta la Sardegna, e organizzare eventuali azioni da intraprendere, sia nel breve periodo per premere e vigilare sull’operato della Quinta Commissione della Regione Sardegna, dei gruppi consiliari, degli Assessori competenti e del Consiglio Regionale tutto; sia nel medio periodo, con eventuali azioni e strategie mobilitative da intraprendere in caso di omissione, diniego o opposizione da parte della politica regionale rispetto alle ragioni dei territori, in vista di una concreta possibilità dell’approvazione dei progetti e dell’imminente apertura dei cantieri.
“L’invasione di pale eoliche in Sardegna è diventata ormai una situazione insostenibile”, dichiara Giulia Moi, presidente dell’Associazione Progresso Sostenibile ed ex europarlamentare europea, “essendo la totalità dei progetti imposti in luoghi di particolare pregio naturalistico o archeologico senza consultare i sindaci o gli abitanti del territorio, in quanto le multinazionali ottengono le autorizzazioni ministeriali scavalcando i Comuni”.
“Un assalto della mia amata terra, la Sardegna, alla quale la Regione, gli assessori competenti e il presidente
Solinas, da troppo tempo sono incapaci di ascoltare i cittadini in difficoltà e e non danno nessuna risposta
concreta alle richieste di aiuto del popolo sardo”, afferma l’ex europarlamentare.
“Da anni” continua la MOi, “ insieme a Progresso Sostenibile Sardegna, ci battiamo
lavorando in collaborazione con le istituzioni locali, nazionali ed internazionali, cercando soluzioni e dando
risposte concrete alle richieste di aiuto dei cittadini sardi in difficoltà. Questo affinché nella nostra amata
terra, la Sardegna, si sviluppi una economia che crei ricchezza tutelando allo stesso tempo tutti i diritti del
popolo sardo, con un modello di sviluppo più sostenibile che produca lavoro, benessere umano ed equità
sociale, senza la devastazione del territorio o dell’ambiente, tutelando le comunità locali, le nostre
eccellenze, la nostra cultura, e la salute”, conclude Giulia Moi.