L’appello della Federazione internazionale dei cronisti con il Media Diversity Institute: «Le donne guadagnano in media l’80% di quanto guadagnano gli uomini. Al ritmo attuale, ci vorrà almeno fino al 2086 per raggiungere l’uguaglianza salariale in tutto il mondo»
«In un’epoca in cui il giornalismo svolge un ruolo cruciale nel sostenere la democrazia e nel sostenere l’uguaglianza e il diritto del pubblico di sapere, le giornaliste di tutto il mondo si trovano di fronte a una realtà preoccupante: nonostante rappresentino una parte significativa della forza lavoro giornalistica, sono costantemente pagate meno delle loro controparti maschili». Lo si legge su in appello pubblicato sul sito web della Ifj e firmato anche dal Media Diversity Institute in occasione dell’Equal Pay Day, la Giornata mondiale per la parità retributiva, che si celebra mercoledì 18 settembre 2024.
La Federazione internazionale dei giornalisti prosegue elencando alcuni studi che evidenziano che «il divario retributivo di genere nel giornalismo si estende in tutti i continenti e le organizzazioni dei media». La cifra globale, prosegue l’Ifj, «è stimata al 20%, secondo il rapporto globale 2023 dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Ciò significa che le donne guadagnano in media l’80% di quanto guadagnano gli uomini. Al ritmo attuale, bisognerà attendere almeno fino al 2086 per raggiungere l’uguaglianza salariale in tutto il mondo, secondo le stime dell’Ilo». Tra le raccomandazioni di Ifj e Media Diversity Institute spicca quella di «introdurre politiche obbligatorie di trasparenza retributiva nelle società di media».
Per la presidente del Consiglio per le pari opportunità dell’Ifj, Maria Angeles Samperio, «affrontando il divario retributivo di genere nel giornalismo, non solo creiamo una professione più giusta ed equa, ma ci assicuriamo anche che le storie che plasmano il nostro mondo siano raccontate da voci diverse, responsabilizzate ed equamente compensate per i loro contributi. La lotta per l’equità retributiva di genere nel giornalismo è una lotta per l’equità, la trasparenza e la dignità nell’industria e nella società in generale. I sindacati – conclude – hanno un ruolo importante da svolgere nella promozione di solidi contratti collettivi e politiche a sostegno di una retribuzione equa».